Decreto milleproroghe. Il provvedimento sarà valido soltanto per alcune categorie fino al 31 dicembre 2011.
ROMA. Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri la sospensione degli sfratti al 31 dicembre 2011, limitatamente a talune categorie sociali. La misura sarà inserita nel decreto “mille proroghe” all’esame del Parlamento. Il decreto dovrebbe riguardare 50 mila famiglie di anziani, di inabili e malati terminali, ma non affronta (come ha subito denunciato la Cgil) il dramma di decine di famiglie con uno sfratto per morosità, dovuto a disoccupazione, Cassa integrazione e affitti insopportabili.
Pertanto, il sindacato chiede un Fondo analogo a quello adottato per le famiglie in difficoltà con il pagamento dei mutui. Il Sunia (sindacato inquilini) ritiene che il decreto sia un provvedimento dovuto, per evitare il periodo di vuoto, dopo la scadenza del 31 dicembre 2010. Purtroppo non è stata data nessuna risposta agli sfratti per morosità.
Secondo le previsioni si tratta di 150 mila famiglie a rischio nei prossimi anni.
Per questo, il Sunia chiede al ministero degli Interni e a tutti i prefetti di evitare in questo periodo la concessione della forza pubblica per eseguire gli sfratti. Da parte sua, l’Unione inquilini annuncia due giorni di mobilitazione, 24 e 25 gennaio, per la “Via Crucis dello sfrattato dal Senato al Campidoglio“.
Il ministro delle Infrastrutture, Matteoli, ha già ricevuto ieri mattina un gruppo di manifestanti che sollecitavano una moratoria generalizzata, fissando un incontro per il 26 gennaio.
L’associazione dei Comuni (Anci) ha accolto positivamente la proroga, pur definendola una misura tampone di fronte a 650 mila famiglie in attesa di ottenere una casa popolare, oltre alle 50 mila, oggetto di nuovi sfratti per morosità (85% degli sfratti). L’Anci ha chiesto di riportare la dotazione del Fondo per il sostegno all’affitto dagli attuali 33 milioni ai 360 milioni del 2000. La Confedilizia protesta contro la richiesta di Cgil e Sunia di estendere la proroga ai casi di morosità.
“Neppure quando erano al governo i comunisti!” ha esclamato il presidente Corrado Sforza Fogliani. La protezione dovrebbe essere limitata alle aree metropolitane o ai capoluoghi dove vi siano più di 30 sfratti.
La Confedilizia ha diffuso un elenco dei Comuni interessati al blocco: sono 849, di cui 117 capoluoghi di provincia, con una popolazione residente di 32,8 milioni di abitanti. In Sicilia sono interessati tutti i 9 capoluoghi.
Nella Provincia di Catania sono indicati i Comuni di Aci Castello, Acireale, Adrano, Belpasso, Caltagirone, Camporotondo Etneo, Gravina di Catania, Mascalucia, Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, Paternò, San Giovanni La Punta, San Gregorio di Catania, San Pietro Clarenza, Sant’Agata li Battiati, Tremestieri Etneo, Valverde, Viagrande.