Si è svolto a Washington (USA) il Breast Cancer Symposium, conferenza annuale sul Carcinoma della Mammella, organizzata dall’American Society of Clinical Oncology.
Il dott. Antonino Mafodda, oncologo dell’Istituto Oncologico del Mediterraneo di Viagrande, ha presentato i risultati di due studi scientifici, condotti presso l’Oncologia Medica dello IOM, diretta dal dott. Giuffrida.
Il primo studio riguarda un gruppo di donne operate di carcinoma mammario e sottoposte a trattamento di ormono-terapia con inibitori dell’aromatasi.
Questi farmaci possono causare violenti dolori osteoarticolari. Per contrastare l’effetto collaterale dolore, le pazienti hanno praticato terapia con magnesio, riducendo l’uso di antidolorifici, traendone beneficio. Infatti, il 60 % delle pazienti così trattate ha avuto una riduzione del dolore con un importante effetto sulla sintomatologia.
Inoltre, il dott. Mafodda ha presentato i risultati – ottenuti da una collaborazione fra l’Oncologia Medica dello IOM con la Medicina Nucleare dell’Ospedale Garibaldi – riguardanti il ruolo della PET nel permettere un’anticipazione diagnostica di ripresa di malattia, rispetto alle metodiche radiologiche tradizionali, in donne operate per carcinoma della mammella.
Infatti, esiste una percentuale di donne – operate di carcinoma della mammella e sottoposte ad esami di follow up per verificare eventuali recidive – che manifestano un aumento del marcatore specifico, ma risultano negative a tac ed ecografia. In questi casi non sempre si procede ad altri controlli, perché spesso il marcatore potrebbe aumentare per motivi non correlati al tumore. Nei casi esaminati nello studio, viceversa, sulla base di evidenze scientifiche, si è utilizzata la PET, che ha dimostrato che 30 donne su 32 esaminate presentavano malattia metastatica in corso. Lo studio è, ovviamente, in una fase iniziale e necessita di ulteriori conferme, per cui lo IOM si prefigge, in collaborazione anche con altre strutture di incrementare la casistica.