In certe particolari situazioni, quali quella del sig. Platania padre di un figlio prematuramente scomparso, ogni discorso tendente a spiegare la problematica tecnico-burocratica di un lavoro pubblico risulta comunque poco sensibile e acquista inevitabilmente il brutto sapore di una mera giustificazione politica, ma il lavoro di un amministratore pubblico è anche questo.
Vorremmo, però, innanzitutto manifestare la sincera vicinanza morale e umana a un nostro concittadino che soffre un lutto così grave e che si vede limitata la possibilità di visitare il sacro luogo di sepoltura.
Venendo al nuovo Cimitero di Viagrande, specificando che da tre anni è davvero e concretamente un cantiere aperto, essendo in fase di costruzione e che, come tutti i lavori pubblici, segue regole e tempi dettati da norme molto rigide. In particolare, ad esempio, come è giusto che sia, la competenza e la responsabilità dei luoghi sono della ditta appaltatrice e le norme sulla sicurezza vietano l’accesso da parte dei non addetti ai lavori.
L’amministrazione comunale, ritenendo di dover trovare un sistema per utilizzare gli spazi cimiteriali durante il lungo periodo dei lavori, ha trovato un accordo con la ditta al fine di consentire l’accesso agli utenti il sabato e la domenica, giorni nei quali i lavori sono sospesi appositamente per venire incontro alle nostre istanze.
Tuttavia siamo sempre in presenza di un “cantiere aperto“, con i problemi che da questo derivano, limitati meglio possibile dai vari accorgimenti (transenne, spazi chiusi, accessi interdetti, etc.) che l’amministrazione adotta al fine di garantire la sicurezza degli utenti. Finito questo secondo stralcio di lavori, il più complesso perché prevede anche un ponte che attraversa la strada e la realizzazione dei locali e dei principali percorsi, i disagi dovrebbero essere molto ridimensionati.