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Il Catania scivola al Ferraris.
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Esordio di Martinho. In settimana è arrivato il transfert dal Brasile per Martinho e Giampaolo non si lascia pregare per inserirlo subito in campo e farlo così esordire con la maglia rossazzurra. Il giovane brasiliano si piazza a centrocampo come interno sinistro, opposto a lui c’è Izco, davanti la difesa il frangiflutti è Biagianti; Giampaolo non modifica il 4-1-4-1 che costituisce ormai lo schema base del suo Catania, in difesa il blocco è quello consueto, Potenza Silvestre Spolli e Capuano, in avanti larghi sulle fasce giostrano Gomez a destra e Mascara a sinistra, a Maxi Lopez ovviamente il compito di forzare le linee avversarie; tra i pali Andujar. Gasperini risponde con un 4-3-3 così composto: Eduardo tra i pali, Chico Ranocchia e Dainelli in difesa, Rafinha Milanetto Rossi e Criscito a centrocampo, Palladino Toni e Rudolf in avanti. |
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Primo tempo di equilibrio. Il Catania comincia la sfida con buona personalità, la squadra è corta e in questa prima fase anche il baricentro è piuttosto alto, Martinho e Izco vanno a pressare abbastanza alti e il Genoa subisce questa aggressione faticando ad imbastire buone trame di gioco. Il primo tiro pericoloso è segnato al terzo minuto, Mascara su punizione dalla distanza prova a sorprendere Eduardo sul palo alla sua sinistra, l’estremo difensore portoghese si disimpegna in due tempi. L’inserimento di Martinho sulla linea mediana contribuisce ad aumentare la qualità del gioco rossazzurro, al 7° Gomez servito proprio dal brasiliano libera il sinistro da fuori area e calcia bene verso la porta avversaria, Eduardo un po’ sorpreso si produce in una goffa ma efficace respinta in angolo. Il Genoa non sembra quello dei giorni migliori, forse le tante assenze condizionano troppo le alchimie del gioco rossoblù; al 22° piove sul bagnato per Gasperini in quanto è costretto ad abbandonare il campo per infortunio anche Palladino, altra mezza punta out dopo Sculli Palacio e Karhjia, al suo posto entra Mesto. Dopo il 30° l’azione del Catania da propositiva pian piano si trasforma in azione di controllo, i rossazzurri puntano sulle ripartenze, così facendo però portano i palleggiatori genoani con più frequenza dalle parti dell’area etnea. Al 31° la prima vera azione pericolosa, Toni serve a destra sulla corsa Marco Rossi che entra in area e serve un pallone a ‘rimorchio’ molto pericoloso sul quale salva tutto Spolli. Il Catania si rivede in avanti sul finale della prima frazione con una bella rasoiata dalla distanza di Silvestre, il pallone sibila vicino al palo alla destra di Eduardo, poi al 44° dopo un prolungato palleggio sulla trequarti avversaria Lopez libera il sinistro da buona posizione ma strozza troppo la conclusione che finisce larga sul fondo. |
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Marco Rossi mette ko il Catania. Il Genoa carica a testa bassa all’inizio della ripresa, già al 46° Toni di testa potrebbe fare centro ma la sua conclusione non è precisa; la pressione genoana è costante e il Catania fatica a riportarsi in avanti, i rossazzurri non riescono a trovare gli spunti nemmeno con le ‘lunghe’ ripartenze. Al 58° Martinho in area non riesce a colpire al volo di destro ma l’azione appare più sporadica che altro. Al 60° Gasperini inserisce Destro per Rudolf e di fatto risistema la squadra con un 4-4-2, il giovane under 21 scuola Inter va a giocare molto vicino a Toni per sfruttarne le eventuali spizzate di testa. Giampaolo risponde con un doppio cambio, dentro Antenucci e Carboni al posto di uno spento Maxi Lopez e di Martinho, Biagianti sale sulla mediana come interno e il Vichingo si sistema come vertice basso del centrocampo. I rossazzurri purtroppo hanno poco tempo per risistemarsi dopo i cambi perche al 67° il Genoa va in gol: Rafinha dalla destra serve un pallone in mezzo sul quale si inserisce Marco Rossi che in un sol colpo sorprende alle spalle Spolli e anticipa Andujar deviando la sfera sotto la traversa, 1-0. Non c’è più tempo per i tentennamenti così, sotto un violento nubifragio che si abbatte sullo stadio, il Catania si riversa in avanti, Ricchiuti entra al posto di Izco e tutta la squadra alza di tanto il ritmo. Si prova con delle triangolazioni centrali e al 89° Ricchiuti ha sul piede il pallone del pari, perfetto il triangolo con Antenucci ma la conclusione di esterno destro, solo davanti ad Eduardo, non riesce a sollevarsi di quel tanto che avrebbe permesso il pallonetto sul corpo del portiere portoghese proteso in uscita bassa. Il Catania in questo finale è una furia, reazione di nervi, senza molta lucidità e forse tardiva, al 91° Antenucci è atterrato in area da Ranocchia ma per l’arbitro non è rigore, al 93° ancora l’attaccante rossazzurro alza la mira di sinistro da buona posizione. Dall’altra parte Andujar salva d’istinto sulla conclusione a botta sicura di Destro lanciato in contropiede. Al momento del triplice fischio c’è molto rammarico per il Catania che avrebbe meritato il pari ma nel calcio non si vince ai punti e spesso contano gli episodi, il Genoa ha fatto tesoro delle proprie occasioni, i rossazzurri meno. |
(font: Calcio Catania – Orazio Cutrona, 24 ottobre 2010) |
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Interviste a Ricchiuti e Lopez
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