Tre mesi nella cella frigorifera, ora riposa in pace

Viagrande. Seppellito a spese del Comune 78enne morto in una casa per anziani: nessuno ha chiesto la salma.

Hanno tenuto la salma in una delle celle frigorifere del camposanto comunale di Viagrande per circa tre mesi e le hanno dato una degna sepoltura soltanto qualche giorno fa, dopo che il caso è stato oggetto di un’interrogazione orale fatta dal consigliere comunale di opposizione Francesco Lo Cascio.
E’ la triste (è proprio il caso di scriverlo) storia del sessantottenne Silvestro Miano, ultima residenza anagrafica in vita nel Comune di Mascalucia, ma deceduto lo scorso 14 giugno in una casa per anziani ubicata nella zona di Viscalori.
Nessuno dei parenti (ammesso che ne avesse) si è mai presentato per prelevare il corpo, per cui l’amministrazione comunale di Viagrande, come prescrive la legge, ha preso in carico la salma, ha fatto celebrare i funerali e poi ha disposto la conservazione del cadavere nella cella frigorifera del cimitero.
«Nessuna polemica nei confronti dell’amministrazione comunale – ha detto Francesco Lo Cascio nella sua interrogazione – ma corre voce in paese che ci sia un morto da seppellire da circa tre mesi e nessuno ne sa niente».
Pronta la replica del sindaco, Vera Cavallaro, che ha spiegato – nel corso di una seduta del Consiglio – come in casi del genere la procedura sia lunga e farraginosa in quanto vanno ricercati eventuali parenti, con tutto quel che segue.
A quel che sembra nessuno si è presentato per reclamare la salma di Miano e adesso (c’è voluta l’interrogazione in Consiglio per smuovere le cose?) il caso è stato risolto con l’assegnazione di uno dei loculi riservati agli indigenti nel sotterraneo del blocco loculi del nuovo cimitero di via Aniante. Il tutto a totale carico delle casse comunali.
Certo, in paese si fanno due considerazioni: è difficile che un anziano ricoverato in una casa di riposo non abbia parenti anche se lontani (con quali documenti o autorizzazioni è stato ricoverato a suo tempo?, ci si chiede), e poi come mai è stato tenuto per tre mesi nella cella frigorifera, senza procedere in tempi tecnicamente brevi alla sua sepoltura?
L’ennesima stortura della burocrazia che, purtroppo a volte, non tiene conto nemmeno della pietà umana, che sarebbe necessaria in casi come questo.

(font: La Sicilia – Paolo Licciardello, 05 settembre 2010)

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