Il periodo ferragostano, nei paesi a misura d’uomo come Viagrande, è bello ed intenso anche per questo, anche, cioè, perché, a quel nutrito gruppo di cittadini che s’interessano delle pubbliche vicende, non sfugge nulla o quasi. Da qualche giorno a questa parte, al centro dei riflettori della “civica critica” sono saliti alla ribalta gli alberi di piazza S. Mauro che sono stati, non potati, ma capitozzati, eliminando quelle belle zone d’ombra sotto le quali, spesso, i cittadini, si rifugiavano per dar corso alle loro discussioni.
E, come succede in questi casi, ecco subito nascere il “partito”, contrario alla capitozzatura, e l’altro favorevole.
C’è, quindi, chi, adesso, sta protestando perché ritiene che capitozzare gli alberi, in questo periodo, è quasi un sacrilegio: gli alberi, in piazza, sono stati messi a dimora proprio per creare “tettoie” di ombre.
C’è, però, l’altra corrente di pensiero, secondo la quale, gli alberi li hanno, giustamente, capitozzati perché alcuni di essi stavano creando seri problemi agli abitanti delle case vicine alle quali, a suo tempo, furono messi a dimora, in considerazione del fatto che, essendo alberi ad alto fusto ( si tratta di ficus), espandono le loro chiome in modo straordinario e offuscano le abitazioni.
Tecnicamente, dice qualcuno, questo tipo di potatura straordinaria (capitozzatura), può trovare giustificazione in ben pochi e determinati casi come, nella fattispecie, per vincoli urbani condizionanti, che impongono drastiche riduzioni della chioma.
Il dibattito è serrato e qualcuno chiede anche l’intervento dei “verdi” e degli “ambientalisti”. La domanda seria potrebbe essere la seguente: questa “capotizzatura” potrà apportare danni al futuro di questi alberi, visto che ci troviamo nel bel mezzo di ferragosto? Secondo un anziano potatore, ormai in pensione, trattandosi di alberi di “ficus” cosiddetti “selvaggi”, una loro capitozzatura non dovrebbe produrre alcun danno: fossero stati alberi da frutta, allora sì, una potatura in questo periodo avrebbe provocato danni.
Ma queste cose si sa come finiscono: ciascun “partito” rimane con le proprie idee. Da qui a qualche mese vi sapremo dire come andrà a finire…
(font: La Sicilia – Paolo Licciardello, 14 agosto 2010)