Mentre l’Università di Catania dorme sonni tranquilli (l’ateneo catanese sarebbe stato il miglior sito per un museo dell’Etna), Viagrande si da da fare prima con il Parco Suburbano di Monte Serra e successivamente con il Museo della Lava. Viene quindi valorizzato e reso fruibile il Monte Serra, un conetto avventizio originatosi in seguito ad un’eruzione cosiddetta “eccentrica“, in quanto sembrerebbe che il condotto di risalita del magma sia completamente indipendente da quello dei crateri terminali. Il cratere di Monte Serra ha una caratteristica forma a ferro di cavallo tipica dei crateri contemporaneamente sia esplosivi che effusivi. Infatti il lato aperto a nord rappresenta il sito dove scaturiva la colata lavica il cui flusso asportava le scorie incandescenti che vi cadevano sopra. I crateri avventizi dell’Etna si distinguono per la loro forma in crateri esplosivo-effusivi che hanno la caratteristica ed inconfondibile forma a ferro di cavallo come appunto quella del monte Serra di Viagrande ed in crateri esclusivamente esplosivi a forma di cono. Come erroneamente ritenuto da molti l’avvallamento a nord-est del cono vulcanico non è quindi dovuto al crollo del condotto lavico che si è svuotato bensì al flusso lavico che asportava le proiezioni incandescenti man mano che esse vi cadevano sopra. D’altra parte è davvero improbabile, anche se teoricamente possibile, che sprofondi un fianco del cono per svuotamento del dicco di alimentazione. Le origini del Monte Serra sono sicuramente molto antiche e risalgono ad una delle tante eruzioni scaturite dai fianchi dell’Etna nel corso della sua millenaria storia fatta di eventi eruttivi a volte apocalittici e catastrofici come quando si formò in più riprese l’immensa valle del Bove. Molte di queste eruzioni hanno determinato la formazione dei coni avventizi che circondano a centinaia il vulcano. Essi costituiscono la testimonianza delle eruzioni laterali tipiche dell’Etna dato che la spinta della pressione magmatica esercitata dalla parte crostale del mantello terrestre, frattura l’edificio vulcanico ed apre la strada al magma. Il Monte Serra è uno dei crateri avventizi più distanti dal cratere centrale dell’Etna e tra i più vicini al mare. Il suolo del monte, costituito da materiale piroclastico (sabbia, cenere e lapilli), si è evoluto piuttosto velocemente ed altrettanto velocemente è stato colonizzato dalle prime piante in quanto a granulometria grossolana medio-piccola e tessitura incoerente. Il clima particolarmente umido del versante orientale etneo e la vicinanza del mare hanno facilitato ancora di più l’insediamento di una rigogliosa vegetazione mediterranea, rappresentata principalmente da una boscaglia sempreverde a Leccio, Olivastro e Carrubo che costituiscono tipici esemplari della macchia mediterranea. Purtroppo la devastazione operata dall’uomo che con disboscamenti e incendi ha distrutto buona parte dell’originario bosco che insisteva sulle pendici del cono, ha modificato la vegetazione che oggi è prevalentemente arbustiva tranne che nella conca craterica dove sopravvivono ancora le vestigia dell’antica boscaglia a leccio, ogliastro, carrubo e lentisco. Molto rappresentata è la Calicotome infesta cioè la ginestra spinosa ed il Centrantus ruber che è la valeriana rossa (chiamata in gergo locale “giummu di carabineri“). Il sito merita una visita per i suoi magnifici e suggestivi panorami che si possono apprezzare salendo sulla terrazza craterica dove il paesaggio affascina e incanta il visitatore. Si consiglia accedervi salendo la lunga gradinata in pietra lavica perché si unisce l’utile dell’attività fisica al dilettevole del meraviglioso paesaggio che, man mano si sale, assume aspetti sempre più suggestivi. Chi si inerpica per le ripide pendici di Monte Serra fino alla terrazza craterica, oltre al suggestivo paesaggio, nota a nord un grande edificio moderno, il Museo della Lava. Se devo essere sincero a tutto poteva essere dedicato tranne a museo della lava. Suggerisco agli amministratori di cominciare a pensare di modificare l’estetica esterna dell’edificio perché, in tutta sincerità, più che il museo della lava sembrerebbe il museo… del cemento, nulla togliendo ovviamente alla meritevole iniziativa che andrebbe maggiormente promozionata.
Giovanni Tringali da AKIS
(font: Consorzio AetnaNet – 03 gennaio 2009)