Abusi legalizzati delle banche e delle finanziarie, con l'uso delle carte di credito Revolving, a danno dei consumatori poco attenti.

Carte Revolving

Come é a Voi noto, le banche, le società finanziarie e le assicurazioni, hanno predisposto tutta una serie di norme e clausole, inserite nei rispettivi contratti da proporre ai propri potenziali clienti. I funzionari o consulenti finanziari, ci riempiono il tavolo di carte da firmare, senza tante spiegazioni o delucidazioni. In questo foglio 2 firme, in quest’altro 3 firme… e via dicendo. Non forniscono alcun chiarimento, spiegazioni di ciò che firmiamo.
Firmiamo quasi ad occhi chiusi, senza avere il tempo di leggere alcunché. Alla faccia della trasparenza e della consulenza finanziaria che dovrebbero fornire!
Occorre una maggiore consapevolezza da parte dei clienti, quando sottoscrivono questi contratti, i quali spesso contengono qualche clausola vessatoria, tra le righe del contratto. Analogamente, sarebbe opportuno che vi fosse maggiore trasparenza, circa ciò che si sta firmando, ed una più alta professionalità da parte del “consulente finanziario” ! bancario o non bancario, al fine di meglio chiarire le varie operazioni che si pongono in essere, ai soggetti piuttosto digiuni in materia finanziaria.
A proposito delle carte di credito revolving, c’é da fare qualche considerazione, o forse più di una. Vengono definite una via di mezzo tra la carta di credito e un prestito personale.
Ma… come mai le carte di credito revolving, si stanno diffondendo soltanto da alcuni anni? Eppure i prestiti personali sono sempre esistiti, sotto altre forme tecniche, e sempre a titolo oneroso per il cliente.
Per comprendere meglio il presente dobbiamo disturbare il passato. E precisamente, risalire alla crisi dei Mutui “sub prime“, iniziata in America alla fine del 2006.
Tale crisi che, inizialmente ha interessato il settore immobiliare e quello bancario, negli anni immediatamente successivi, ha coinvolto quasi tutti i settori economici di tutto il mondo. La crisi dei Mutui “sub prime“, ha coinvolto in maniera massiccia tutti i mercati che, in poche settimane hanno perso tutti i guadagni realizzati in un intero anno.
Le Borse europee hanno perso oltre 300 miliardi di euro di capitalizzazione, 26 dei quali nella sola Milano. Una percentuale molto elevata dei sottoscrittori dei Mutui “sub prime” ha smesso di pagare le rate dovute, mandando in crisi tutto il sistema legato a questo settore. Le prime ad entrare in crisi sono state le società specializzate nell’erogazione di questi Mutui “sub prime“; successivamente hanno cominciato ad entrare in crisi le banche d’affari statunitensi che, si occupavano dell’assemblaggio (o cartolarizzazione) dei prodotti obbligazionari garantiti dai Mutui s.p.
Infine, sono entrati in crisi (per contagio) tutti gli investitori istituzionali e le banche di tutto il mondo che, avevano acquistato questi prodotti attratti da rendimenti elevati.
A questo punto, l’intero Sistema bancario mondiale, si é trovato di colpo a dover subire gli effetti della crisi immobiliare che, si é ripercossa sulla loro liquidità, coinvolgendo tutti i settori economici del pianeta. Infatti le banche, hanno ridotto il credito alle imprese, costringendo queste ultime a rivedere i propri piani di investimento, a ridurre l’occupazione, a ridurre la produzione, a ridurre le esportazioni, a delocalizzare le attività produttive, a cessare l’attività imprenditoriale, a ridurre il reddito imponibile e le relative imposte. Per non parlare poi… dei fallimenti e dei “famosi suicidi” ! Tutto ciò, ha determinato un minor gettito per gli Stati, oggi a corto di liquidità. Pertanto, le banche, vengono finanziate dalla FED (in America) e dalla BCE (in Europa), a tassi irrisori. Anche le famiglie (credito al consumo), non sono state risparmiate da tale crisi, per il semplice fatto che le banche affermano di avere poco liquidità insieme ad elevati crediti in sofferenza. La motivazione é vera soltanto in parte, tant’é che le stesse concedono pochi mutui e pochi prestiti, e soltanto se ricevono valide garanzie, comprese quelle ipotecarie. Non dimentichiamo che, le banche europee si finanziano attraverso la BCE (Banca Centrale Europea), la quale eroga prestiti a 3-5 anni al tasso dell’1% in cambio di Titoli sovrani o di Obbligazioni emessi da primarie Società quotate in Borsa.
Da alcuni anni in Italia, si sta diffondendo un nuovo tipo di prestito rappresentato dall’uso delle carte revolving che, da la possibilità di acquistare oggi e pagare a rate mensili, anziché a saldo il mese successivo come le tradizionali carte di credito.
Un fido a tutti gli effetti, facile da ottenere e per questo notevolmente esoso in termini di interessi che la banca applica, rispetto ai normali tassi che addebitava periodicamente, sugli scoperti di c/c. Immaginate che, la Banca d’Italia ha recentemente accertato un “comportamento discutibile” da parte delle banche di credito ordinario, poiché hanno applicato un TAEG (tasso annuale effettivo globale), oscillante tra il 17, 20% ed un tasso soglia pari al 25,20%, tasso oltre il quale scatta l’usura.
E qui scatta l’anomalia di taluni comportamenti: da un lato le banche negano i normali prestiti personali al tasso del 10-12%, e dall’altro spediscono direttamente a casa la carta revolving.
Questo tipo di carte che rappresentano il 33% del totale, sono attualmente intorno a 3,5 milioni soltanto in Italia. Le banche e le finanziarie sono poco chiari verso questi clienti, poiché non fanno il computo del debito residuo attraverso un regolare invio dell’estratto conto periodico, e per dare maggiore chiarezza ai clienti.
In considerazione di ciò, si é scatenata la giusta protesta dei consumatori, i quali hanno interessato e denunciato l’accaduto alle varie Associazioni, come Euroconsumatori, Altroconsumo che (alcuni anni fa aveva diffidato un gruppo di istituti), l’Antitrust ha attivato un numero verde (800.16.66.61) a cui rivolgersi per le pratiche commerciali scorrette, in cui rientrano anche i tassi applicati sulle carte revolving.
Per concludere, speriamo che i consumatori siano più accorti nel concludere contratti di questo tipo, lasciando da parte gli strumenti che rappresentano soltanto lo Status Symbol che i “media” ci propongono quotidianamente!

Alfio Selvaggio

NB. Gli enti interessati a questo argomento sono: la Banca d’Italia, l’ABI, L’antitrust, le varie Associazioni dei consumatori, le Banche di credito ordinario e le Società finanziarie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.