30 ore per non rischiare: la prevenzione entra in chiesa

Si sono conclusi gli incontri informativi del progetto di Protezione civile 30 ore per non rischiare, che punta a sensibilizzare la popolazione sul rischio sismico interessando, per la prima volta in Sicilia, anche alcune parrocchie dell’area etnea, tra i principali luoghi di aggregazione nel territorio.

L’iniziativa è promossa da Federmisericordie Sicilia, Anpas, progetto Fir (Forza intervento rapido) e dal Centro di Servizio per il Volontariato Etneo, con il patrocinio ed il coordinamento del Dipartimento Regionale di Protezione Civile – servizio provinciale di Catania, il supporto scientifico dell’INGV Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia – sezione di Catania, ed il contributo a vario titolo delle istituzioni statali e comunali del sistema locale di Protezione civile.
La prima parte del progetto ha visto lo svolgimento di iniziative di divulgazione, informazione e formazione sui rischi del territorio ed in particolare sulle procedure da adottare in caso di emergenza. Gli organizzatori hanno ritenuto di coinvolgere diverse comunità parrocchiali delle Diocesi di Acireale e Catania, con l’obiettivo di raggiungere quella parte di popolazione che sfugge ai canali di solito utilizzati, scuole soprattutto. In poco più di due mesi, dall’inizio di aprile a oggi, i rappresentanti del sistema di Protezione civile impegnati nella fase informativa hanno tenuto 22 incontri nelle parrocchie di 7 comuni (Nicolosi, Pedara, Viagrande, Bronte, Trecastagni, Paternò), cui hanno preso parte complessivamente oltre 500 persone.
Alcune delle chiese dell’area, il 16 e 17 giugno, vedranno lo svolgimento di prove di evacuazione e l’attivazione della “colonna mobile del volontariato” composta da Federmisericordie, Anpas e Fir – Forza intervento rapido: una valida prevenzione, infatti, come anche la recente esperienza dell’Emilia testimonia, impone un’elevata attenzione a quei beni storico-artistici come le chiese che, in caso di eventi sismici, sono soggetti ai maggiori rischi.
L’esercitazione del 16-17 giugno mobiliterà circa 400 volontari, 50 mezzi di soccorso, 25 associazioni di volontariato di 6 province siciliane, con l’obiettivo di verificare la capacità di risposta all’evento calamitoso da parte della popolazione e la relativa pianificazione di emergenza a livello comunale e sovracomunale”.


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