CATANIA – Il gruppo Samed nasce da un progetto ben preciso: creare una rete sanitaria – costituita da un lato da strutture ospedaliere per acuti ed i relativi servizi e dall’altro strutture per soggetti fragili – ed operare sul territorio metropolitano catanese. Oggi il gruppo unisce: un ospedale medico chirurgico generale completo nei servizi e nelle specialità, la casa di cura Musumeci Gecas di Gravina; un polo oncologico dipartimentale – l’Istituto oncologico del Mediterraneo di Viagrande – che si occupa di assistenza, ricerca e formazione; la REM una struttura strettamente collegata al polo oncologico IOM che rappresenta un presidio oncologico per le attività ambulatoriali al centro di Catania e che si occupa di diagnostica per immagini avanzata, medicina nucleare e radioterapia; una rete assistenziale particolarmente attenta alle fragilità ed alla riabilitazione con un ambulatorio di riabilitazione e recupero funzionale.
Il Gruppo ha fatturato nello scorso anno circa 45.000.000 €. Tra personale a rapporto d’impiego e personale a rapporto libero professionale ha circa 600 dipendenti compresi i medici.
Quali attività di ricerca avete portato avanti e in cosa consiste il campus?
Tale contesto si integra proattivamente nel più ampio ambito delle iniziative e degli schemi di finanziamento (POR e PON) previsti a livello regionale per lo sviluppo dei settori ad elevata tecnologia tra cui le Scienze della Vita. Le linee di finanziamento attive, dedicate alle imprese con sede operativa in Sicilia, possono consentire la realizzazione di progetti di ricerca su scala pluriennale e di dimensione adeguata al raggiungimento di obiettivi di interesse assoluto”.
“La ricerca com’è noto gode di agevolazioni regionali, nazionali e comunitarie; c’è la possibilità di partecipare a bandi, che sono certamente molto selettivi, ma noi in questi anni ne abbiamo vinti diversi, alcuni da soli e altri in rete. Quindi gli strumenti esistono, il problema però è la burocrazia e i sistemi di pagamento che sono ancora piuttosto lenti e vanno ancora migliorati e quindi danno alle aziende dei flussi piuttosto irregolari il che finisce col riversarsi soprattutto sul personale che avverte una certa precarietà. Non ci sono inoltre in Sicilia molti gruppi di ricerca soprattutto a livello privato e quindi manca lo stimolo della concorrenza. Da ultimo si è stimolato un sistema di fideiussioni da parte delle società di ricerca, tra l’altro difficili da ottenere, ma paradossalmente anche il controllo delle fideiussioni da parte del Ministero e delle Banche finisce col durare almeno 5 o 6 mesi vanificando l’obiettivo che è quello di avere un finanziamento. IOM Ricerca durante questi ultimi anni ha, da una lato, consolidato le sue attività di ricerca raggiungendo risultati scientifici di eccellenza nel settore della ricerca oncologica, dall’altro ha sviluppato e validato numerose piattaforme tecnologiche avanzate. La creazione del Campus ViBiotech, integrando lo sforzo scientifico con quello logistico, vuole essere un punto di partenza e non di arrivo, con l’obiettivo di creare un ambiente ricco di interscambio scientifico”.