Una pungente denuncia sulla “Malasanità” con la commedia “Occhio non vede…”

Sul palcoscenico teatrale si può ridere (quasi) su tutto: sulle tragedie, sui piccoli grandi drammi della quotidiana esistenza, su incidenti e imprevisti. Anche sulla salute e sulle malattie. Per esorcizzare le paure, per cercare di cancellare i timori. L’importante è farlo con tatto, con garbo, con compostezza. Come nel caso della commedia di Aldo Lo Castro “Occhio non vede…”, proposta sul palcoscenico del teatro Tezzano di Catania dalla compagnia del “Teatro degli Specchi”, in collaborazione con il centro di ricerche e tradizioni popolari “Aulos”. Una satira pungente e spietata, ben orchestrata dalla regia curata dallo stesso Lo Castro e da Marco Tringali, che ha regalato al numeroso pubblico intervenuto due ore di sana allegria, con un susseguirsi di gags e battute esilaranti senza soluzione di continuità ma, nello stesso tempo, fornendo numerosi spunti di riflessione su un tema scottante e di stretta attualità quale è quello della “malasanità”.

Un fatiscente reparto oculistico di un qualsiasi ospedale italiano fa da cornice alle semiserie vicissitudini di uno sgangherato quartetto di pazienti alle prese con problemi “visivi” più o meno gravi: l’ormai rassegnato signor Impellizzeri (Carmelo Di Benedetto), in attesa, da oltre venti giorni, che vengano riparate le apparecchiature per poter subire l’intervento; il sarcastico signor Scardaci (Raimondo Catania) le cui battute al vetriolo tentano di stemperare i malumori che aleggiano in corsia; e ancora l’esuberante signorina Palmi (Roberta Furnò) con una “retina a brandelli” a causa di una partita di calcio troppo accesa e il distinto professor Vinciguerra (Franco Colaiemma) che instilla nei compagni di sventura il seme della ribellione. Un campionario umano e sociale che, stoicamente, sopporta malvolentieri le disfunzioni e le lacune del nosocomio e l’arroganza, la poca disponibilità e l’incompetenza del personale che vi opera, il medico dottor Astuto (Seby Cantarella) e gli infermieri (Chiara Sarra e Antonio Cantarella).

Quando la pazienza sembra aver superato i limiti consentiti e il malcontento sta per prendere il sopravvento, la figlia del professore Vinciguerra, Alessandra (Luisa Ippodrino), specializzanda in medicina, interessata a tutelare il “prestigio” dell’ospedale per fini personali, spegne le ire del padre, diventato quasi cieco a seguito di un banale intervento contro la miopia, rendendo vano anche il tentativo di “scoop” da parte dei giornalisti inviati in prima linea (interpretati da Daniela Russo e Dario Coppolino).

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