Una scuola inutile?

Ernesto Galli Della Loggia in un suo editoriale sul “Corriere della Sera” (21 agosto ’08) sostiene che la scuola italiana è diventata una istituzione ormai inutile, forse addirittura dannosa in quanto sperperatrice di risorse, perché non riesce più a conferire autorevolezza, generare rispetto ed amore verso qualsiasi cosa venga trattato nelle sue aule, e soprattutto perché non è in grado di dare un’idea complessiva della Nazione. Unica cosa che le riesce di fare è allestire “le iniziative più varie” e produrre tonnellate di carte. Per chi volesse, aggiungo io, sincerarsi sulla qualità di tali carte può utilmente consultare Gaio Valerio Catullo, carme 36! Con tutto il rispetto dovutogli, Galli Della Loggia non dice nulla di nuovo, di cui chi è anche solo vicino al mondo della scuola non fosse già consapevole. Conferire autorevolezza a Dante o a Galilei, far amare il latino o la matematica, dare un’idea positiva della nostra Patria, della sua grandezza, riconosciuta, si badi bene, in tutto il mondo, ma come si fa, quando i modelli d’eccellenza proposti per la vita sono i calciatori e le ‘veline’? Quando ai nostri valorosi studiosi e ricercatori, fra i quali primeggiano le donne, che si fanno onore purtroppo all’estero, vengono concesse poche righe sui giornali e pochi minuti in televisione? E tutto ciò a fronte di anni di lavoro e di sacrifici di ogni tipo! Ecco il punto, bisogna ristabilire la corretta gerarchia dei valori, e ciò non può farlo solo la scuola, cui ormai si attribuiscono tutte le colpe e tutti i compiti. (Anche far diminuire il numero degli incidenti stradali!) Lo studio costa fatica, raggiungere buoni risultati non è facile, non esiste alcun metodo che possa essere d’aiuto senza un forte impegno, e per risultati eccellenti occorre anche un contributo emotivo, la passione. Perché Dante e Galileo possano ridiventare dei modelli, ovviamente ideali, bisogna che la loro opera sia ritenuta fondamentale da un’intera collettività, dal Paese intero. L’Italia gode di un privilegio inestimabile, da 25 secoli in ogni sua parte, dal Nord al Sud, si produce cultura, grande cultura, letteraria, artistica, scientifica, tecnologica. Pagine di libri, monumenti di pietra, manufatti di ogni sorta, ne sono testimoni. A differenza di altri popoli noi gli ‘eroi’, li abbiamo in casa! La scuola cerca di farli conoscere, apprezzare, amare, come i rappresentanti migliori della Patria, ma da sola non può farcela. L’Italia da qualche tempo si balocca, si trastulla con falsi miti e autentiche sciocchezze, dilapidando il suo vero patrimonio. Ed allora è giunto il momento, come sostiene Galli Della Loggia, che l’italiano e la matematica riprendano il posto che compete loro, in un Paese che sa chi è, da dove viene e dove vuole andare, servendosi in modo complementare dei linguaggi della tradizione e della modernità. I ‘cervelli’ che producono i brevetti nascono sui banchi di una scuola di questo tipo, non li si può programmare per decreto, ma si deve preparare loro un ambiente favorevole. Perché le vie dello studio e della ricerca, come quelle del Signore, sono infinite, ma misteriose.

Salvatore Daniele

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