MILANO – Nasce ufficialmente il governo Monti. Solo tecnici, nessun politico. Tre donne ai ministeri dell’Interno, Giustizia e Lavoro. Antonio Catricalà sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Alle 17 i ministri giureranno sulla Costituzione nella sala del Quirinale. Mario Monti super ministro: premier con delega all’Economia. Ministri senza portafoglio: Enzo Moavero Milanesi, Piero Gnudi, Fabrizio Barca, Piero Giarda e Andrea Riccardi. Agli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, agli Interni Anna Maria Cancellieri, alla Giustizia Paola Severino, alla Difesa Gianpaolo di Paola, allo Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera, Mario Catania all’Agricoltura, all’Ambiente Corrado Clini, al Lavoro e politiche sociali Elsa Fornero, alla Salute Renato Balduzzi, all’Università e Istruzione Profumo, alla Cultura Lorenzo Ornaghi.
SENZA POLITICI – Come anticipato non ci sono politici nel nuovo governo Monti. «La non presenza di personalità politiche nel governo, agevolerà anzichè ostacolare il radicamente, perchè toglierà un motivo di imbarazzo» ha detto il premier Mario Monti, spiegando che «la blindatura di un governo dipende dalla sua capacità di agire incisivamente e di spiegare ai cittadini e al Parlamento la portata della sua azione. Questa è la blindatura che cercherò con i miei ministri». D’altronde, «le forze politiche hanno manifestato una chiara preferenza, che spero stiano uscendo da una fase di dialettica molto, molto vivace, per sostenere questo governo senza farne parte. D’altra parte la stessa nascita di un governo innovativo riflette la grande convinzione delle forze politiche che si tratti di momento straordinario».
I TEMPI – L’auspicio è che la formazione del nuovo esecutivo possa riuscire a stemperare la pressione dei mercati. Il nuovo esecutivo potrebbe giurare già oggi pomeriggio. Per l’articolo 92 della Costituzione i ministri sono nominati con decreto dal presidente della Repubblica su proposta del premier. Tra giovedì e venerdì i due rami del Parlamento saranno chiamati ad esprimersi sulla fiducia al nuovo governo: prima il voto al Senato, poi alla Camera. Monti ha incassato la disponibilità di parti sociali e imprese per un programma di rigore che rilanci la crescita. Da Confindustria, Cgil, Cisl, Uil e Ugl c’è un sostanziale via libera a un’azione di governo che tenti l’uscita dalla crisi.
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