Piogge nuove, laghetti vecchi: la musica è quasi sempre la stessa.
Quasi nel senso peggiorativo del fenomeno.
Che in autunno si attendano piogge abbondanti e anche nubifragi non è certamente una novità ma spesso le amministrazioni locali (comunali o provinciali) si fanno trovare impreparate. Il temporale che si è abbattuto nella notte tra lunedì e martedì anche sui paesi dell’hinterland ha causato disagi sia alle persone che agli automobilisti.
Certo, c’è l’enorme quantità di cenere dell’Etna accumulatasi sul ciglio delle strade, sia comunali che provinciali, che aveva già intasato alcuni tombini (almeno tutti quelli che non erano già intasati da tempo) e che adesso, con lo spazzino alle dipendenze di madre natura, si è riversata nelle caditoie intasando la rete di scolo delle acque bianche.
Ieri mattina abbiamo notato laghetti un po’ dappertutto sul territorio comunale e non solo: da quelli storici, il più “intenso” e pericoloso dei quali, gli automobilisti lo incontrano e lo “guadano” con le loro autovetture, magari effettuando manovre spericolate, all’incrocio tra via Petrone di Viagrande o via del Serbatoio di San Giovanni La Punta (antica angusta trazzera che divide i due Comuni). E’ un sito naturale, considerata la sua conformità, per il formarsi di un lago: la situazione si aggrava poiché i cosiddetti “sfiatatoi” (cioè le feritoie create appositamente nel muro di cinta in un terreno), sono intasati di rifiuti, foglie e rami secchi.
L’altro laghetto storico è quello della contrada Sciarelle. Ad essi si sono aggiunti ultimamente quello di via Sergi-incrocio via Coco (nella foto) le cui acque hanno allagato un negozio e quello di via Petrone dove nel passato sono stati eseguiti dei lavori per eliminarlo che tuttavia non hanno sortito l’effetto voluto. Segnalazioni – speriamo – utili per chi è responsabile della situazione.