Psichiatra con l’ispirazione poetica

E’ ancora profumo di vita” (Arteincircolo Edizioni, Acireale 2011) è la quarta silloge poetica di Salvatore Di Dio, il quale dimostra ancora una volta di saper armonizzare la professione di psichiatra con l’ispirazione poetica. Infatti l’esplorazione dell’animo umano al di là delle apparenze induce l’autore (poeta e psichiatra) all’autoanalisi e all’introspezione e, soprattutto, ad attingere al mistero dell’eterno che si manifesta fenomenicamente nel tempo. L’autore con una maturità espressiva degna di nota esterna il vissuto tra sogno e realtà con l’uso di immagini e metafore sapientemente suffragate dal “turbinio avvolgente della solitudine“. La prima parte è dedicata alla figura del padre recentemente scomparso, sempre presente nel suo cuore e “guida imprescindibile nella vita“, versi impastati con il dolore della perdita della “propria bandiera“. L’ultima parte è riservata alla madre, sempre pronta (nonostante non sia più in vita) a dispensare serenità al figlio. La parte centrale della silloge è dedicata alla vita con i suoi contrasti e le riflessioni mancate. Di Dio ci trasporta nel suo mondo, grondante umanità e sentimenti. Le liriche si rivolgono “a chi sa fare ogni giorno del suo sorriso una stella… a chi sogna da bimbo ma agisce con forza da uomo“. La scrittrice Rita Caramma nelle sue “Conclusioni” mette in rilievo il “dire lieve e fascinoso” tra “incanto e disincanto, emozione e realistico pensiero“.

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