Riconoscimenti a Valentina Pattavina, Luisa Trenta Musso e Maria Tronca.
E’ giunto alla sua terza edizione il premio “Città di Viagrande” organizzato dalla Provincia Regionale di Catania e dal Comune di Viagrande, in collaborazione con la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania. Il premio si distingue da altre simili manifestazioni letterarie per essere accompagnato da un progetto-lettura rivolto agli studenti delle scuole secondarie, a cui è data la possibilità di leggere i testi premiati, di commentarli in classe con gli insegnanti e di incontrare gli autori per discutere con loro non solo di problematiche inerenti la scrittura letteraria ma anche di argomenti più largamente culturali.
La vincitrice dell’edizione di quest’anno è risultata Valentina Pattavina, con il romanzo “La libraia di Orvieto“, un’opera declinata al femminile, dichiaratamente e marcatamente metaletteraria, una commedia umana noire venata di umoristiche gradazioni. Al secondo posto si è classificata Luisa Trenta Musso con “L’impronta“, narrazione di sentimenti contraddittori che vissuti da due personaggi, madre e figlio, alle prese con una quotidianità non sempre soddisfacente. Terza classificata la scrittrice Maria Tronca con “Rosanero“, una storia originale, insieme torbida e piena di sentimenti, che presenta un intreccio mosso e pieno di sorprese.
La cerimonia di premiazione ha avuto luogo sabato 23 luglio nella Loggia comunale del paese etneo. Dopo i saluti del sindaco Venera Cavallaro e del senatore Giuseppe Firrarello, che hanno sottolineato l’importanza dell’iniziativa auspicandone il radicamento come appuntamento imperdibile per i viagrandesi e non solo, la direttrice organizzativa Caterina Muscuso ha introdotto la serata proponendone il tema cruciale: perché oggi si affronti l’ardua prova della narrativa e quali siano gli scopi della creazione letteraria. Questi si identificano di volta in volta con l’analisi introspettiva, con la volontà di elaborazione di un disagio, con il desiderio di rappresentare la realtà contemporanea o ricostruire un fatto storico emblematico, oppure dando voce all’impulso di prefigurare alternative esistenziali e immaginare “altri” mondi possibili; in ogni caso, appare evidente che la scrittura e l’atto stesso del raccontare rispondono a un’esigenza primaria e ineludibile.
I membri del Comitato tecnico-scientifico, i professori Antonio Di Grado, Nicola Mineo e Rita Verdirame, italianisti della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università, prendendo la parola hanno evidenziato in prima battuta la meritevole attività di cernita da parte della giuria, costituita da giornalisti e professori (Mario Azzolini, Dario Consoli, Eleonora Lombardo, Aurora Monaco, Alfio Patti), e hanno evidenziato la difficoltà di scegliere i più validi tra i diciassette testi preselezionati, tutti di qualità. I tre docenti hanno quindi proceduto alla proclamazione dei tre vincitori e alla lettura delle motivazioni.