“Sono un ragazzo umile, ricordo sempre da dove vengo, da una squadra d’Eccellenza e di conseguenza rimango sempre con i piedi per terra. Penso di essermi tolto già molte soddisfazioni. Vedremo cosa succederà in futuro”. Ha risposto così Giordano Pantano, intervenuto in esclusiva ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it, ad una domanda molto semplice: qual è il tuo sogno nel cassetto? Le tue aspettative per il futuro? Lui parla di umiltà, una caratteristica che non tutti possiedono, fondamentale se si vuol crescere non solo nel mondo del calcio ma soprattutto nella vita.
Il giovane terzino classe ’92 con una sola parola reincarna quello che il settore giovanile della Lazio cerca nei ragazzi che quotidianamente vengono visionati oltre, naturalmente, ad una caratura tecnica all’altezza del nome della società. E pensare che Pantano fino all’età di 16 anni giocava nel campionato di Eccellenza, in Sicilia, la sua regione. Poi la chiamata da parte della Lazio con la conseguente apertura di una prospettiva totalmente diversa: “Vengo da una realtà calcistica completamente diversa dalla Lazio, qui è un altro mondo. Giocavo in una piccola squadra di Catania, l’Aurora Viagrande nella categoria Eccellenza. Ho fatto tutta la gavetta, dall’età di 5 anni fino ad arrivare, da 16enne, in prima squadra prima di realizzare il mio sogno, ovvero quello di giocare in una squadra importante come la Lazio”. E’ approdato a Formello lo scorso anno alla corte di Sesena mentre da quest’anno ad allenare il gruppo della Primavera c’è un allenatore del calibro di Alberto Bollini. Due allenatori con idee differenti, trasmesse ai propri giocatori: “Bollini fin dall’inizio ha voluto creare un gioco, a partire anche dalla difesa mentre Sesena puntava più sulla corsa e sulla grinta. – prosegue parlando del suo attuale allenatore – Il mister è stato fondamentale insieme a tutto lo staff tecnico. Nonostante eravamo, all’inizio della stagione, una squadra quasi tutta nuova e lui non ci conosceva, è riuscito lo stesso a fare un lavoro straordinario. Ha saputo creare un gruppo e tutto quello che abbiamo fatto finora è anche e soprattutto merito suo. A me personalmente è riuscito ad imprimere la giusta forza e grinta. E’ un grande motivatore. Ricordo quello che è successo dopo la sconfitta con la Roma per 7-1, eravamo tutti tristi mentre dal suo comportamento si vedeva che è una persona che non molla mai”. La mano di Bollini si vede, è riuscito a creare un gruppo unito che lo stesso Pantano elogia con grande entusiasmo: “Il gruppo è straordinario, molti ragazzi li ho conosciuti lo scorso anno. Vado d’accordo con tutti e durante le trasferte ci divertiamo, ridiamo e scherziamo tutti quanti ed è anche giusto che sia così, siamo pur sempre ragazzi di 18-19 anni. Anche durante le partite dimostriamo di essere un grande team, siamo forti singolarmente ma penso che lo siamo ancora di più come gruppo. Insieme cercheremo di non perdere concentrazione e determinazione.”
Quali sono le tue caratteristiche? I tuoi punti di forza e sotto quali aspetti, da quando giochi nella Lazio, pensi di essere migliorato? “Sono un terzino sinistro che quest’anno si è dovuto sacrificare anche nel ruolo di centrale, per sopperire alle assenze che ci sono state nel corso della stagione. Credo di essere un giocatore con una buona resistenza fisica e una buona velocità. I miei punti di forza sono: la grinta, la determinazione e soprattutto la concentrazione che, penso sia fondamentale per chiunque. E’ importante essere concentrati fin da subito, dal primo all’ultimo minuto di una partita. Dopo due anni alla Lazio penso di essere cresciuto molto, grazie a Sesena l’anno passato e a Bollini quest’anno, soprattutto a livello tecnico tattico”.
Sei un giocatore molto duttile. Puoi giocare sia terzino sinistro, sia centrale difensivo. Dove ti trovi meglio? “Il mio ruolo è quello di terzino sinistro. Ricordo che ad inizio anno, in ritiro, il mister mi provò nel ruolo di centrale e per me fu un’esperienza traumatica perché non ci avevo mai giocato. Da quel giorno però insieme al mister abbiamo curato molto la fase difensiva e nel corso della stagione sono stato chiamato nuovamente a sopperire alle assenze nel ruolo di centrale difensivo. Non mi sono tirato indietro, mi sono messo al servizio del mister e della squadra e penso che alla fine ho disputato delle buone gare”.
La Lazio Primavera sta disputando un buon campionato. Nello spogliatoio c’è la convinzione di puntare allo Scudetto? “Noi siamo convinti di avere delle grandi qualità, per essere secondi in un campionato primavera significa che abbiamo le carte in regola per giocarcela. Sarà comunque dura perché le finali saranno sfide ad eliminazione diretta tra le migliori del campionato. Solo lì potremo veramente scoprire il nostro valore”.
Chi è l’attaccante del campionato Primavera che è riuscito, più degli altri, a metterti in difficoltà? “Nel Siena c’è un giocatore del ’91 molto bravo, mi ha impressionato, si chiama Reyza Soudant. Invece, se parliamo a livello di gruppo c’è la Roma, si conoscono da molto tempo e credo sia questo il gap che al momento ci divide da loro”.
Con la società si è parlato di rinnovo contrattuale? “Di queste cose non posso parlare, posso dire solamente che la mia speranza è quella di avere buone notizie a giugno perché voglio continuare l’esperienza calcistica e di vita con la Lazio. E’ stata molto importante, sono cresciuto molto”.
C’è un giocatore del calcio professionistico al quale ti ispiri? “Non ne ho uno in particolare. A quel livello quasi tutti i calciatori dovrebbero esser presi come esempio. Potrei citare la Lazio che sta facendo un campionato incredibile, lo scorso anno lottava per la salvezza mentre ora punta alla Champions. L’intero gruppo della Lazio dovrebbe essere preso come esempio”.