DAL «PARADISO DELL’ETNA» IL LANCIO DELLA «1110 EVO».
Un centinaio di Ducati Monster rosse come la lava ai piedi dell’Etna per il lancio internazionale della nuova 1100 Evo che per la prima volta scende in pista cavalcata dai centauri della stampa di tutto il mondo.
La strada che da Zafferana Etnea porta sino alle pendici del vulcano, con i suoi curvoni veloci che si susseguono a tamburo battente, alternati da bruschi tornanti, in un paesaggio mozzafiato, è stata un valido banco di prova in questa settimana back to back, iniziata con l’arrivo degli ospiti accompagnato da un cocktail di benvenuto, conferenza stampa, illustrazione della moto e delle sue caratteristiche tecniche, cena di gala, e dopo un bel riposo, sveglia mattutina alla buon’ora per la prova su strada, ciascuno sulla propria motocicletta con casco, protezioni, tuta.
«Abbiamo scelto l’Etna – spiega Francesco Rapisarda, direttore della comunicazione per Ducati – perché è uno dei percorsi più belli al mondo. Un tragitto di circa 80 km, condotto da un esperto apripista, che i giornalisti hanno ripetuto due/tre volte tra mattina e pomeriggio. Quattro fotografi e tre operatori video hanno inoltre immortalato l’evento realizzando un servizio fotografico personalizzato che abbiamo regalato prima della partenza».
Ad ospitare i giornalisti, provenienti da diciannove Paesi, l’Hotel Paradiso dell’Etna, in una magica contrapposizione tra l’architettura liberty della struttura e la moderna tecnologia delle moto, irripetibile occasione turistica per Catania e il suo hinterland.
«L’effetto sul turismo è stato di forte impatto – continua Rapisarda – grazie al flusso internazionale di giornalisti che hanno conosciuto una parte della Sicilia dove probabilmente non erano mai stati. Sono andati via entusiasti, il clima d’altronde ci ha assistito ed ha creato le soluzioni ideali per un circuito indimenticabile».
Location di tutta la campagna pubblicitaria, fotografica e video, che già imperversa su riviste e canali televisivi mondiali, proprio l’Etna, set naturale e unico, con il suo eterno contrasto tra il nero della pietra lavica, il bianco delle vette vulcaniche e l’azzurro del mare.