Si terrà domani, sabato 11 gennaio, a partire dalle ore 16 nell’hotel Villa Itria di Viagrande un convegno dal titolo “Le voci della differenza” co-organizzato nel catanese dalla senatrice del Movimento Cinque Stelle Tiziana Drago. Infatti l’evento è ideato e promosso a livello nazionale, con varie tappe in tutta la Penisola, dalla senatrice Cinzia Leone e sarà un’occasione di confronto
sul tema della violenza sulle donne, specie per quanto concerne gli ambienti a rischio criminali e contigui con la criminalità organizzata.
Parteciperanno la senatrice Cinzia Leone, che è vice presidente della Commissione monocamerale sul Femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere, Mario Giarrusso, senatore M5S, Roberta Schillaci, deputato pentastellato all’Ars e Dino Giarrusso, europarlamentare del Movimento.
Inoltre saranno presenti il sindaco di Viagrande Franco Leonardi, l’assessore comunale alle Pari Opportunità Rosanna Cristaldi, Maria Letizia Di Modica, reposanbile area politiche sociali del Comune, Patrizia Nicolini, preside dell’istituto Verga di Viagrande, Salvina Nastasi, funzionario assistente sociale della Questura entea e monsignor Antonio Raspanti, vescovo di Acireale.
Coordinerà i lavori la senatrice Tiziana Drago che ha dichiarato: “Si tratta di un incontro dall’alto valore formativo e che analizza una tematica di scottante attualità specie in una terra come la Sicilia dove le donne che subiscono prevaricazioni e violenze, in particolar modo da affiliati alle cosche tra le mura domestiche, sono in numero crescente. Per questa ragione la collega Cinzia Leone sta compiendo un’opera di informazione in tutta Italia molto incisiva per contrastare un fenomeno abominevole“.
“Le donne spesso, come raccontano le inchieste giudiziarie degli ultimi anni, sono state anche organiche e con ruoli di primo piano all’interno dei clan. A Catania nella cosca dei Laudani ben tre donne detenevano ruoli di vertice. Ma la Sicilia che vogliamo si basa sul solco dell’esempio di Felicia Bartolotta, la madre di Peppino Impastato. Una donna che ha sofferto e che non ha chinato il capo dinanzi alle logiche familiari mafiose“, ha concluso la senatrice.