Sequestro IOM, l’ente di ricerca oncologica respinge le accuse della Procura di Catania

Dopo il sequestro di 4 milioni e 210 mila euro disposto dal giudice delle indagini preliminari su richiesta della Procura di Catania, i legali della fondazione Iom – Istituto oncologico del mediterraneo, tra le strutture mediche siciliane più importanti nella lotta contro i tumori, a cui gli inquirenti contestano il reato di malversazione ai danni dello Stato, hanno respinto le accuse, replicando che i finanziamenti pubblici ottenuti per la ricerca scientifica “sono sempre stati versati esclusivamente su conti correnti intestati solo alla Fondazione”.

Le indagini riguardano il finanziamento per la realizzazione di una struttura di eccellenza nel campo della ricerca oncologica. La fondazione IOM, che ha sede a Viagrande, comune della Città metropolitania di Catania, avrebbe realizzato a proprie spese un edificio attiguo a quello della fondazione e con esso comunicante, in cui si svolge l’attività della Rem Radioterapia srl, società privata accreditata presso il servizio sanitario nazionale.

I magistrati stanno appurando se per l’attività privata della Rem siano state indebitamente utilizzate le strutture e gli impianti realizzati con i finanziamenti pubblici destinati per la ricerca.

Gli avvocati Fabio Lattanzi e Filippo Paterniti affermano che le accuse sono infondate: “i finanziamenti pubblici erano insufficienti alla realizzazione del progetto, per questo e in accordo col MIUR sono stati integrati con interventi privati. Le attività di ricerca oncologica necessitano di prestazioni diagnostiche e terapeutiche sulle quali essere svolte. Pertanto la Rem collabora con la Fondazione per fornire prestazioni e servizi prodromici e indispensabili alla ricerca. L’edificio della Rem è stato realizzato successivamente e senza alcun finanziamento pubblico come ambulatorio di medicina nucleare. Su questa struttura, peraltro, gravano tutte le spese, la manutenzione delle strumentazioni e il personale”.

La Guardia di Finanza avrebbe accertato che in un periodo inferiore a sei mesi la cifra che il servizio sanitario nazionale ha erogato per prestazioni eseguite con macchinari acquistati con fondi pubblici è superiore a 600 mila euro.
Le contestazioni della Procura sarebbero frutto delle complicazioni legislative che hanno generato incomprensioni in sede investigativa, precisano i legali dello IOM che stanno dialogando con i Sostituti Procuratori incaricati delle indagini, “perché il progetto di ricerca per il potenziamento strutturale è stato dichiarato generatore di entrate”. Le entrate da fonte privata sarebbero state espressamente previste. “La Fondazione IOM ha utilizzato tutti i finanziamenti per la ricerca cui era destinato il progetto, che continua a produrre risultati di rilievo scientifico a livello internazionale. Si tratta di nuovi protocolli nel settore oncologico, una eccellenza unica in tutta l’Italia meridionale”.

FONTE ORIGINALE: Il Gazzettino di Sicilia, Dario Fidora, 24 dicembre 2017

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