DALLA FATTORIA AUTOSUFFICIENTE, ALLE ATTREZZATURE AGRICOLE ELETTRICHE AD EMISSIONI ZERO.
Presentato il gruppo di lavoro permanente costituito nell’ambito del progetto “Smart Land Italian Management” promosso dall’Irssat.
L’azione scaturisce dall’accordo quadro siglato fra Irssat, Cnr e coinvolge i dipartimenti di Matematica ed Informatica, Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania, il dipartimento di Agraria dell’Università di Palermo e l’Istituto per le Tecnologie Avanzate per l’Energia, del Cnr. Coinvolte anche due aziende catanesi (Brumi e Guglielmino Group) e la Fondazione Regina Margherita.
CATANIA 1 giugno 2017 – Ricerca ed innovazione per contrastare, nel breve e medio termine, la desertificazione. A partire dalla progettazione e realizzazione di attrezzature agricole elettriche ad emissioni zero e di nuovi prototipi in tema di gestione delle risorse idriche ed elettriche. Il punto di approdo? Una fattoria totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico e, sulla base delle analisi e ricerche compiute, la costituzione di un protocollo di azioni concrete per contrastare la desertificazione.
È questa la ricetta che intende mettere in campo la task force costituita, nell’ambito del progetto “Smart Land Italian Management” promosso dall’Irssat (Istituto di Ricerca, Sviluppo e Sperimentazione sull’Ambiente ed il Territorio), dal Cnr, alcuni dipartimenti delle Università di Catania e Palermo e partner privati. L’iniziativa è stata presentata stamattina, presso il dipartimento di Matematica ed Informatica dell’Università di Catania.
La proposta progettuale “mira alla realizzazione di studi che saranno seguiti da interventi concreti – ha sottolineato il presidente dell’Irssat, Giuseppe Lo Bianco – al fine di migliorare l’uso del suolo, accelerare i processi di riqualificazione e contribuire al passaggio verso un’economia agricola che impieghi efficientemente tutte le risorse disponibili, proponendo un modello capace di adattarsi ai cambiamenti climatici”.
Il progetto prevede un’attività di studio, monitoraggio e valutazione che include l’analisi della qualità del suolo delle aziende agricole coinvolte; il monitoraggio delle emissioni; l’introduzione e la valutazione di specifiche colture per il miglioramento delle condizioni del suolo. Le aree interessate in questa prima fase sono quelle della Piana di Catania, Centuripe, Catenanuova e Lentini.
La task force rappresenta la prima azione sviluppata a seguito dell’accordo quadro siglato nei giorni scorsi tra il CNR e l’Irssat, Istituto di Ricerca che oggi ha sede a Biancavilla (noto per il progetto N.O.WA.S.T.E., ossia il robot mangia rifiuti menzionato tra le buone pratiche in materia di eco-innovazione dalla Commissione Europea).
Il progetto coinvolge i dipartimenti di Matematica ed Informatica, Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania; il dipartimento di Agraria dell’Università di Palermo e l’Istituto per le Tecnologie Avanzate per l’Energia del CNR. Sono altresì coinvolte due aziende del catanese, assai sensibili alle tematiche trattate: Brumi e Guglielmino Group; partner dell’iniziativa anche la Fondazione Regina Margherita di Castiglione di Sicilia.
Il consigliere di amministrazione del CNR e già Magnifico Rettore dell’Università di Palermo, Roberto Lagalla ha espresso “l’apprezzamento per un’iniziativa che ha lo straordinario pregio di mettere insieme istituzioni e privati per costruire strategie utili per la limitazione della desertificazione e la tutela del territorio”.
Alessandra Ragusa, docente del dipartimento di Matematica ed Informatica (Università di Catania), ha puntualizzato l’intervento di competenza: “con gli strumenti matematici e con i modelli predittivi cercheremo di mitigare gli effetti di siccità e desertificazione, creando un’azienda agricola che sia autosufficiente dal punto di vista energetico ed idrico”. Per la docente Mirella Clausi, dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania, “non è ancora troppo tardi benché sia drammatica la situazione di alcune aree della Sicilia. Abbiamo anche verificato la capacità dei nostri suoli, si possono riprendere. È un progetto – ha concluso – che arriva al momento giusto”.
Il direttore dell’Istituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia del CNR, Salvatore Freni, ha invece puntato l’attenzione “sulla necessità di educare gli addetti ai lavori ad un utilizzo ottimale delle risorse, a partire dal recupero dell’acqua piovana. Dal punto di vista della gestione dell’energia registriamo un ampio margine di crescita”. All’incontro ha preso parte il prof. Vincenzo Piccione attuatore in Sicilia del protocollo Medalus che consente di elaborare la carta delle aree sensibili alla desertificazione di un territorio.
Presente anche Nuccio Guglielmino della “Guglielmino Group” cooperativa che realizza materiali per bioarchitettura e che proprio su questi temi prenderà attivamente parte al progetto. Alla presentazione ha partecipato anche Michele Tuccari della Fondazione Regina Margherita che nell’ambito dell’iniziativa ha manifestato la disponibilità a mettere a disposizione alcuni appezzamenti di terreno per l’avvio delle pratiche individuate.