L’evento su Facebook ha raggiunto oltre 20mila persone e per Franco Battiato in concerto gratis a Viagrande, ieri sera, sono arrivate persone perfino da Agrigento. Peccato che, al di là dell’aspetto artistico, la polemica sui social stenta a placarsi. Colpa di un’organizzazione non impeccabile, dicono i cittadini, che hanno dovuto fare i conti con un’acustica definita «pessima», difficoltà di parcheggio e vie di fuga difficili da raggiungere. Senza contare che, come fatto notare da molti, ieri era stato proclamato il lutto nazionale per via del terremoto in Centro Italia. Una circostanza che ha spinto verso la cancellazione molte altre manifestazioni artistiche, ma non quella del Comune alle porte di Catania.
L’appuntamento era fissato per le 20.30 in piazza San Mauro, nel centro della cittadina. Ed è stato direttamente il sindaco Francesco Leonardi, tramite i social network, ad avvisare i cittadini sui posti più comodi in cui parcheggiare le proprie automobili con l’obiettivo di raggiungere a piedi il luogo del concerto del Maestro. Il nodo dei posti auto, però, è il primo a non essere andato giù ai fan del cantautore catanese. Che, per l’occasione, è stato perfino parafrasato: «Voglio vederti posteggiare come gli abusivi del deserto – scrive Patrizio – con grandi corna in testa o come a Catania nei giorni di festa». Ironia a parte, c’è chi denuncia di essere rimasto imbottigliato nel traffico di strade troppo strette per accogliere una così grande mole di persone, chi racconta di essere tornato indietro per via del troppo caos, e chi – semplicemente – domanda quali fossero i posti auto riservati ai disabili.
«Io ho lasciato la macchina a Catania e sono arrivato a Viagrande a piedi, ho fatto prima», interviene Mario. «Nessuno che dia delle indicazioni all’entrata della città», commenta Caterina. «Assoluta mancanza di personale sul posto per mantenere l’ordine», aggiunge Anthony. «Io vivo a Viagrande – racconta Agata a MeridioNews – ed è certo che non abbiano chiuso tutte le strade che potevano chiudere. Una scelta che si spiega con un dato: tutti i commercianti erano aperti, dal bar, al panificio alla salumeria. Una cosa comprensibile: un piccolo Comune come il nostro questi eventi li porta avanti anche per fare respirare l’economia locale, no?». In questo senso, l’obiettivo secondo la cittadina è stato raggiunto: «Abito a due passi dalla piazza e alle cinque del pomeriggio ho incontrato una signora che mi chiedeva indicazioni: voleva fare una passeggiata in paese e attendere il concerto con calma».
Per Franco Battiato, infatti, si sono mobilitate diverse migliaia di persone. «Il vero problema è che non si sentiva – ammette Agata – Io ero con mio marito e la carrozzina di mio figlio, ero per forza di cose un po’ lontana dal palco. Non sono riuscita a riconoscere le canzoni, per tre volte consecutive mi sono detta “Ecco, questa è Povera patria“. Ma non saprò mai se una almeno l’ho indovinata». «Sotto il maxi-schermo si guarda solo un film muto», scrive un utente su Facebook. Colpa dell’impianto di amplificazione che, secondo i più, non sarebbe stato adeguato alla portata dell’evento e al pubblico più distante. «Sentivo frequenze da mondi lontanissimi», racconta Giancarlo. «Al maestro nulla da dire, ma all’organizzazione…», sospira Maria Cristina. «Quando si è capito che l’audio proprio non andava, in molti hanno cominciato a urlare e a chiedere volume – aggiunge la residente – Era ancora peggio. Sono uscita per sentire cantare Battiato, mi sono dovuta accontentare della voce di mio marito», ride.
In molti, però, ricordano che la manifestazione era gratis. «Ho letto che non si può criticare un piccolo Comune che mette in piedi un evento del genere – spiega Agata – È vero che io, come molti concittadini, eravamo contenti di avere un nome così importante. Ma bisogna ammettere che per fare certe cose bisogna avere le energie. Rispondere “Anzi che c’era” è una reazione stupida alle critiche: adesso l’amministrazione lo sa e per la prossima volta può certamente migliorare. Intanto può chiedere scusa per la cattiva gestione della cosa». E a chi lamenta il mancato annullamento dello spettacolo in solidarietà con i terremotati, Agata replica: «L’arte può anche essere fatta in onore di chi soffre – conclude – Io, come molti, mi aspettavo che il maestro dicesse qualcosa sul sisma. Ma forse, se lo ha detto, è riuscito a sentirlo solo lui».