Sono sempre più arrabbiati i 69 lavoratori della Myrmex. Si sentono ancora una volta sfruttati anche dalle istituzioni. “Spremuti sino all’ultimo per ottenere finanziamenti pubblici. È la prova che sarebbe possibile continuare la ricerca di eccellenza a Catania. Ma è anche la dimostrazione che non si vuole mantenere in vita il laboratorio Myrmex”.
Il licenziamento dei 69 lavoratori cassintegrati della Myrmex è vicino ma 15 di loro verranno “richiamati” in attività per un mese, giusto il tempo di lavorare a un progetto che ha ricevuto i finanziamenti PON per l’identificazione di biomarcatori e sviluppo di metodi diagnostici e terapeutici nel campo dell’oncologia e della biologia vascolare.
La comunicazione è arrivata ieri nel corso di un incontro all’Ufficio provinciale del lavoro ma è suonata coma una beffa ai ricercatori del laboratorio d’eccellenza che appena cinque giorni fa hanno sospeso l’occupazione del terrazzo aziendale in attesa che le promesse del governatore Crocetta diventino realtà. Come se non bastasse, i lavori (che andrebbero a interessare i dipendenti con un meccanismo di rotazione concordato con i sindacati) dovrebbero essere eseguiti presso lo IOM (Istituto oncologico del Mediterraneo) di Viagrande, soggetto partner del progetto che cede i proprio locali in comodato d’uso, in quanto i locali della Myrmex non sarebbero idonei.
Per il segretario generale della Camera del lavoro, Giacomo Rota, per Filctem Cgil, Uiltec Uil rappresentati da Margherita Patti, Giovanni Romeo e Alfio Avellino e le Rsu , “le organizzazioni sindacali si oppongono fortemente alla conduzione degli studi fuori dallo stabilimento Myrmex rimasto inagibile per esclusiva colpa dell’azienda e per questo impediremo la fuoriuscita dalla Myrmex di qualunque attrezzatura. Questa vertenza ha assunto una piega ancora più complessa; in questo modo la ricerca non viene rispettata, così come non vengono rispettati lavoratori e i soldi pubblici. Per quanto ci riguarda, allo IOM noi non entreremo “.