Alla sua settima edizione, diretta dal presidente regionale della Federazione italiana tradizioni popolari Alfio Russo, l’appuntamento è al parco comunale Antonio Aniante del Comune etneo, da questa sera fino a domenica 21 settembre. Ad alternarsi sul palco nove gruppi folkloristici «provenienti da ogni angolo della Sicilia, ciascuno diverso dall’altro», spiega l’organizzatore
«Coinvolgere i giovani che spesso conosco troppo poco le tradizioni popolari». E’ questo l’obiettivo del Festival del folklore siciliano che stasera dà il via a una tre giorni di cultura e musica al parco comunale Antonio Aniante di Viagrande. A condire le serate all’insegna della sicilianità anche un mercatino dell’artigianato e dei prodotti tipici, e una parata in costume. La kermesse – giunta alla settima edizione e inserita quest’anno nel contesto della Festa della vendemmia – è un appuntamento molto atteso dagli appassionati del genere. Ad alternarsi sul palco nove gruppifolkloristici «provenienti da ogni angolo della Sicilia, ciascuno diverso dall’altro», afferma il direttore artistico dell’evento e presidente regionale della Federazione italiana tradizioni popolari Alfio Russo. «Ci aspettiamo una grande partecipazione del pubblico o almeno lo stesso favore che abbiamo ottenuto nelle edizioni passate», aggiunge.
Carusiddi e Picciriddi, Kore, Triske’lion, Voce dell’ Etna, I Picciotti Missinisi, Augusta Folk. E ancora I Picciotti da Purtedda, Mata e Grifone, i Figli dell’ Etna. Sono questi i gruppi folkloristici che si avvicenderanno sul palco di Viagrande. «Bisognerebbe puntare di più sulle risorse tipiche del territorio». È l’appello che Vincenzo Amaro – membro da trentuno anni de’ I figli dell’Etna – manda all’indirizzo delle amministrazioni cittadine. Che nel caso del Comune di Viagrande hanno però prestato collaborazione patrocinando l’evento. «Il disinteresse che spesso si nota è colpa di una scarsa educazione alle tradizioni e di questo siamo responsabili un po’ tutti», ha affermato Amaro. In merito alla manifestazione diretta da Russo aggiunge: «Ci sono tante band che interpretano l’antico e colto folklore siculo e sarà divertente ascoltare diverse varianti».
Nella serata conclusiva, inoltre, i Figli dell’Etna – che interpretano gli antichi canti popolari dal 1956 – consegneranno il Premio identità siciliana Rita Corona all’artista Laura De Palma. Rita Corona è stata la fondatrice del gruppo catanese, che ha poi lasciato nel 2007. I Figli dell’Etna conta 35 membri con un trend di età che va dai 14 anni ai 65, e crede molto nell’educazione all’antico folklore e nella sua valorizzazione all’interno del tessuto territoriale. «La soluzione? Non fermarsi alle singole manifestazioni, ma costruire», conclude Amaro.
[Foto di Figli dell’Etna]