Viagrande (CT).
Peppino Scuderi, noto in paese per le sue memorie in rima siciliana, dichiara il suo amore riportandoci indietro nel tempo, quando, per conquistare una donna, si pativano le pene dell’inferno…
Una volta le dichiarazioni d’amore si facevano sotto la luna, con le stelle invidiose ad osservare i due innamorati nascosti dall’ombra delle mura del castello.
Una volta le dichiarazioni d’amore si facevano in ginocchio, davanti agli occhi di tutti.
Una volta le dichiarazioni d’amore si facevano su carta da lettere. Intestata, chiusa con la cera lacca, con parole terribilmente elaborate. Consegnate da un omino sconosciuto pagato profumatamente.
Una volta le dichiarazioni d’amore si facevano tra i portici del centro, mentre l’innamorato aspettava la futura moglie al caffè di fronte al centro commerciale. Tra un discorso e l’altro si facevano, così, quasi per scherzo.
Una volta le dichiarazioni d’amore si facevano al telefono, chiamando dalla cabina telefonica e facendo parlare un amico perchè ci si vergognava troppo.
Una volta le dichiarazioni d’amore si facevano mentre il treno stava partendo. Si udivano a malapena le parole tra il frastuono della stazione.
Una volta le dichiarazioni d’amore si facevano tra i banchi di scuola. Con un bigliettino colorato di giallo e con varie opzioni.
Una volta le dichiarazioni d’amore si facevano mandando un amico a informarsi se la fortunata era libera. E se era interessata onde evitare figure pessime.
Una volta le dichiarazioni d’amore si facevano in compagnia al mare. Dopo una passeggiata sul molo o sugli scogli. Con il rumore dolce delle onde e il pallore della luna riflesso sull’acqua.
Una volta le dichiarazioni d’amore si facevano all’amica che ti era stata vicina per anni, perchè si capiva che c’era qualcosa di più. Per poi vederla sposata con un altro qualche anno dopo.
Una volta le dichiarazioni d’amore si facevano con una rosa anonima. A cui seguiva l’ennesima rosa anonima. A cui seguiva una scatola di cioccolatini. Per poi scoprire che era la persona più insospettabile.
Una volta le dichiarazioni d’amore si facevano con una canzone dedicata, una scritta con il pennarello sul banco di scuola.
Una volta le dichiarazioni d’amore si facevano con un bacio. Dolce, inaspettato.
Una volta le dichiarazioni d’amore si facevano con un improvvisata che creava emozioni indescrivibili per un attimo veloce ma eterno.
Una volta le dichiarazioni d’amore si facevano.
E adesso? Siamo capaci di amare ancora?
Rosa Balistreri – Mi votu e mi rivotu