I sindaci, così come spiega una nota, hanno analizzato la normativa votata poche settimane all’Ars ed hanno ribadito un sentimento che appare diffuso nelle comunità di Acireale e Acicatena, storicamente vicine e territorialmente contigue, che le vorrebbe fuori dall’area della città metropolitana di Catania.
Sia Garozzo che Maesano hanno confermato che entro pochissimi giorni produrranno ai rispettivi Consigli comunali una delibera di Giunta con cui si chiede la fuoriuscita dalla Città metropolitana di Catania così come previsto dalla norma votata all’Ars.
Il più sollecito è stato proprio il sindaco di Acireale: nel primo pomeriggio di oggi, la giunta municipale presieduta da Garozzo ha votato la delibera n.37 “Legge regionale n.8 del 24-3-2014 (applicazione art.9) distacco dalla Città metropolitana di Catania: proposta al Consiglio Comunale”. La delibera è stata inviata d’urgenza al consiglio comunale acese per la trattazione e la votazione.
Inoltre, il primo cittadino di Acireale ha convocato per martedì mattina, 8 aprile, una riunione dei sindaci dei comuni compresi nella attuale Area metropolitana di Catania. Tema: discutere e verificare i percorsi da intraprendere sia per costituire un nuovo libero consorzio sia per restare all’interno del libero consorzio attuale, coincidente con l’ex Provincia di Catania.
Intanto, sono state formulate le prime ipotesi per la costituzione del libero consorzio delle Aci, la bozza con quattro probabilità è stata realizzata dal Comitato a difesa delle Aci, rappresentato da Nando Gambino.
Ecco il documento:
Consorzio delle Aci o altrimenti denominato: Acireale, Aci Catena, Aci Castello, Aci S. Antonio, Acibonaccorsi, Santa Venerina, Nicolosi, Pedara, Trecastagni, Zafferana Etnea, Viagrande e Valverde. Popolazione: 182.800 abitanti. Potrebbero aderire altri comuni interessati, quali Tremestieri Etneo, Mascalucia, San GiovanniLa Punta e San Gregorio di Catania.
Consorzio della scogliera ionica e del Mongibello o altrimenti denominato: Acireale, Aci Catena, Aci Castello, Aci S. Antonio, Acibonaccorsi, Santa Venerina, Nicolosi, Pedara, Trecastagni, Zafferana Etnea, Viagrande, Valverde, Bronte, Randazzo, Linguaglossa, Piedimonte Etneo, Maniaci e, in pratica, tutto il territorio a nord dell’ex provincia di Catania con esclusione di Giarre e della successiva fascia ionica a nord. Popolazione: abbondantemente superiore al minimo richesto.
Consorzio ionico-etneo o altrimenti denominato: Acireale, Aci Catena, Aci Castello, Aci S. Antonio, Acibonaccorsi, Santa Venerina e tutto il territorio a nord dell’ex provincia di Catania. Popolazione: abbondantemente superiore al minimo richesto. Potrebbero aderire alcuni comuni dell’ex provincia di Messina, quali Giardini-Naxos e Taormina.
L’ultima ipotesi è quella di fare coincidere il Consorzio con il territorio dell’attuale Diocesi.