Carissimi lettori, “Anthos” giunge al suo secondo anno di vita con alcune novità importanti, che hanno contribuito a determinare la pubblicazione di due numeri in un unico volume. Innanzitutto, cambia l’editore. Non sarà più il marchio Bonanno, infatti, a editare il nostro periodico, ma la neonata casa editrice Algra, che io stesso mi pregio di dirigere. Colgo l’occasione per ringraziare l’editore Bonanno per il sostegno dato ad “Anthos” nel suo primo anno di attività e per aver scommesso, senza alcuna riserva, su questo progetto.
In secondo luogo, cresce e si fortifica la nostra redazione. Alla già consolidata squadra composta, oltre che dal sottoscritto, da Orazio Caruso, Paolo Licciardello e Maria Rita Pennisi, si aggiungono due nuovi elementi, Giuditta Busà e Alessandra Motta. Il lavoro che sta dietro alla realizzazione di ogni singolo numero è davvero notevole (dalla ricerca alla selezione, dalla lettura alla correzione, dall’impaginazione alla stampa) e l’entusiasmo delle due nuove giovani collaboratrici sarà per noi un sostegno importante, che ci consentirà di garantire una maggiore puntualità e una più attenta scientificità alla nostra rivista. Inoltre, perché possa operare bene, una redazione ha bisogno di essere ben organizzata e, per questa ragione, ha bisogno di una figura che coordini il lavoro di tutti. Tale compito è stato assegnato a Rossella Grasso.
Le novità, però, non sono finite. Da questo numero in avanti, la rivista letteraria “Anthos” sarà dotata di codice ISBN e, pertanto, sarà possibile trovarla, o ordinarla, presso tutte le librerie del territorio nazionale, oltre che sul sito della casa editrice Algra, dove, prossimamente, sarà disponibile anche in formato e-book (www.algraeditore.it).
Due numeri in uno si traducono in una pubblicazione più corposa e ricca di interventi. Numerosi gli argomenti trattati nella sezione “Saggi” che, con l’articolo di Federico Bianca, apre una finestra anche sul panorama cinematografico contemporaneo. Interessante, a chiusura della parte dedicata ai racconti, il contributo Roma, amore mio di Alfio Stefano Di Mauro, “primo momento” di una narrazione dettata dalla straordinaria esperienza culturale e umana dell’autore, che proseguirà sulle prossime uscite di “Anthos”. Di spessore e pregni di spunti di riflessione anche gli interventi relativi alla poesia, al teatro e alle recensioni.
Come ogni volta, anche in questo caso, non mi resta altro da fare che augurarvi buona lettura.