I peccatori contemporanei non sono destinati all’Inferno, ma ad essere sospesi in un’ultima nuvola, perché il giudizio del poeta non è occhiuto e implacabile, ma ironico e clemente. Le figure di romantici sviati che si incontrano in queste pagine soffrono di debolezze “troppo” umane, ma aspirano alla redenzione e spesso si dannano per una perfezione inaccessibile: “perché ci chiedi di assomigliarti in tutto / se sai benissimo che mai ci riusciremo?”.
Alfio Grasso è nato a Catania nel 1980. Laureato in Scienze Storiche e Politiche e specializzato in Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Catania, lavora nel campo dell’editoria da dieci anni. Dal 2007 è giornalista pubblicista e attualmente è direttore responsabile della rivista letteraria “Anthos”. Socio dell’Accademia Internazionale “Il Convivio”, ha ricevuto numerosi premi e segnalazioni di merito. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Morire per non morire (2001), Apocalisse (2003), Fabrizio De André. Anarchia e Poesia (2005), Salvatore Scuderi. Il caposcuola del protezionismo siciliano (2008) e Goffredo di Rue-Grande (2010).