CrowdFunding significa finanziamento dalla folla.
È un nuovo canale di finanziamento, diverso da quello tradizionale, che si sta diffondendo in tutto il mondo in momenti di crisi economica e di carenza di liquidità del Sistema bancario.
La domanda e l’offerta di capitali avviene esclusivamente in rete, attraverso degli appositi ” portali informatici ” che finanziano progetti ed idee innovative alle cosiddette Start up.
EVENTI, IDEE E PROGETTI FINANZIATI RICORRENDO AL CROWDFUNDING
Un evento tipicamente politico, come la precedente campagna elettorale di Barack Obama del 2008 in America, é stata in parte finanziata con il ricorso al CrowdFunding in cui, numerosi cittadini americani hanno versato delle piccole somme per finanziare la complessa macchina elettorale del candidato prescelto e la relativa organizzazione.
Altro esempio di non trascurabile importanza, è dato dal progetto e dal relativo appello lanciato da Palazzo Madama di Torino che, nel 2013, gli ha permesso di acquistare 43 pezzi del servizio di porcellana di Meissen, appartenuto alla famiglia D’Azeglio.
E così – bypassando la burocrazia delle banche e dei loro tempi !!! – oltre 1.000 cittadini hanno risposto all’appello, versando gli 80.000 euro necessari all’acquisto del servizio di porcellana, oggi ben custodito da Palazzo Madama di Torino.
Ma gli esempi non finiscono quì.
Con lo stesso sistema é stato finanziato il progetto espositivo “ vice versa ” della Biennale di Venezia, curato da Bartolomeo Pietromarchi, il quale si ritiene soddisfatto, non soltanto per i quasi 179.000 euro raccolti in rete, con questo innovativo strumento finanziario, ma anche per l’interesse suscitato nel pubblico verso l’Arte contemporanea.
In sintesi, il CrowdFunding sostituisce le vecchie collette di un tempo, adeguandole ad una Società sempre più digitale ed informatizzata.
Scorre tutto in rete e, secondo CrowdFunding Industry Report, nel 2013 verranno raccolti a livello mondiale quasi 5 miliardi di dollari, con una crescita del 90% rispetto al 2012.
REGOLAMENTO CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa)
Pur essendo un fenomeno tipicamente americano, l’Ialia vanta il primato in tale forma moderna di finanziamento. Infatti, é stato il primo Paese europeo che, con il suo regolamento CONSOB, il 26 Gugno 2013, ha disciplinato la materia dell’Equity Crowdfundig, consentendo ai cybernauti e alla folla virtuale di poter investire in rete in aziende reali.
Tuttavia, per il momento l’accesso al credito é limitato alle Start up innovative.
Il primo operatore finanziario italiano a richiedere l’autorizzazione CONSOB, con la sua “Unicasim“, é stato Leonardo Frigiolini il quale, con il proprio “portale informatico”, mette in contatto, e soltanto in rete, investitori ed utilizzatori di denaro.
POTENZIALITÀ
Il fenomeno é molto diffuso in America e nei Paesi anglosassoni, pur non avendo ancora una vera e propria regolamentazione come l’Italia.
Addirittura, secondo l’autorevole quotidiano londinese come l’Economist, il CrowdFunding si può utilizzare all’interno dei Consorzi tra Comuni o comunque dagli Enti locali, per l’offerta di taluni servizi, sfruttando le sinergie degli stessi ed il favore dei propri cittadini.
Attualmente é molto diffuso il “Social lending“, un sistema di prestiti tra privati che mette in contatto risparmiatori ed utilizzatori del denaro, attraverso una “piattaforma informatica”.
Con il Social lending si possono ottenere finanziamenti in tempi rapidi, senza burocrazia e meno onerosi rispetto alle banche. Basti pensare che i tassi d’interesse praticati dalle banche si aggirano mediamente dall’11 al 13 per cento; mentre invece, i tassi applicati dai Social lending vanno dal 6 all’11 per cento e senza le garanzie che normalmente richiedono le banche.
LIMITI DEL FINANZIAMENTO
I Social lending erogano prestiti nella misura massima di 15.000 euro, rimborsabili in 4 anni. Pertanto, nonostante finanziano delle valide “idee imprenditoriali“, gli stessi si rivolgono a piccole e medie realtà aziendali.
GUADAGNI PER L’INVESTITORE
Chi investe in Social lending, destina normalmente una somma non elevata dei propri risparmi, anche perché sa che i rendimenti sono meno appetibili rispetto ad altri investimenti. È attratto prevalentemente dalla originalità e dai benefici che l’idea imprenditoriale può apportare alla collettività.
Inoltre, sa già a priori per quale scopo vengono utilizzati le somme prestate, cosa che non é dato sapere quando affidiamo i nostri risparmi alle banche.
Se tutti i risparmiatori bancari e postali sapessero come vengono investiti i propri soldi, forse, avremmo una minore speculazione finanziaria a beneficio di una economia reale, con tutto ciò che possiamo immaginare dal punto di vista economico – sociale. Lascio al lettore le riflessioni che il caso merita !!!
Alfio Selvaggio
NB: Enti ed Istituzioni interessati: ANSA, BANCA D’ITALIA, ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA, CONFARTIGIANATO, CONFESERCENTI.