Con Franco Lanzanò, scomparso lunedì a 69 anni, se ne va un pezzo di storia della musica siciliana. Nessuno potrà mai dimenticare la sua storica rivendita di strumenti (chitarre elettriche, batterie, tastiere, percussioni d’ogni tipo) di via Caronda 128 dalla quale passava il Gotha degli strumentisti catanesi con in testa i Beans ma anche Gianni Bella, Stefano Biondi (padre di Mario) e altri. Perfino Tullio De Piscopo, quando doveva esibirsi dalle nostre parti, telefonava all’amico Franco per dirgli: «Franco, vabbuò, allora me la fai trovare pronta una delle tue strepitose batterie? Ci vediamo presto, uaglio’».
Raffinato musicista ancor prima che rivenditore, Franco aveva cominciato a suonare le tastiere giovanissimo, dedicandosi poi al mandolino, strumento che amava visceralmente e che gli aveva dato lo spunto per fondare la Nuova Orchestra di Sicilia che annoverava elementi di prim’ordine come il mandolinista Pippo Grillo (chitarrista dei Beans) e come il batterista jazz Pucci Nicosia. L’Orchestra di Sicilia è stata per anni una magnifica realtà non soltanto siciliana, ma diremmo anche nazionale e internazionale, perché i 5 compact disk realizzati dall’ensemble creato da Franco hanno fatto il giro del mondo portando nelle Americhe, in Europa, in Asia, le meravigliose melodie della nostra Terra che Franco amava tanto. Da non dimenticare inoltre la sua partecipazione, in veste di direttore e di mandolinista, pure al Festival della Canzone Siciliana di Antenna Sicilia andata in onda tra gli anni ’80 e i ’90. Così come va ricordato che Lanzanò fondò altri gloriosi gruppi, come l‘Araba Fenice che si esibiva con successo nei night dell’epoca.
Con Franco si chiude un importante capitolo di cultura musicale, con lui se ne va un gentiluomo dello spartito, del pentagramma, un signore d’altri tempi. Un caro amico di tutti.
Enzo Stroscio, musicista e Direttore Editoriale di Globus Magazine Network, lo ricorda: “Franco, vero amico e consigliore per tutti i musicisti. Sempre disponibile anche quando parlava di grandi artisti e costruttori di strumenti musicali: Godin, D’Agostino, Semprini, Lem, Binson, Farfisa e tanti altri marchi storici. Questa primavera gli avevo fatto conoscere Ricky Portera per sistemargli il ponte della sua Fender, e fargli adocchiare una Fender Jaguar d’annata, una chicca. Sapevo professionalmente della sua malattia e della sua strenua lotta per vincerla. Tutto inutile purtroppo. Triste quando mise in vendita la licenza del negozio e tanti strumenti. Ero con Lui l’ultimo giorno in cui lasciò lo storico negozio di via Caronda 128, tanta tristezza nel ricomporre tutte le raccolte di strumenti di una vita. Raggiungeva la sua Viagrande da dove poi lasciava la sua vita terrena, perchè sapeva di raggiungere tutti quei musicisti che da lassù proteggono la musica. RIP caro Franco, le chitarre che ho trovato tra i tuoi cimeli suoneranno sempre all’unisono come i Cherubini del Paradiso“.