I Comuni, al pari delle normali aziende o famiglie, hanno un proprio Bilancio, per gestire l’intera macchina amministrativa, fatta di entrate e di uscite. Queste ultime, sono strettamente legate alle prime. Attraverso le spese ( o uscite per gli Enti pubblici ), i Comuni dovrebbero essere in grado di soddisfare i vari bisogni della collettività, anche ricorrendo ai trasferimenti che lo Stato, un tempo, faceva agli Enti locali. Oggi invece, lo Stato ha bisogno esso stesso di un fabbisogno finanziario crescente, tant’é che il proprio Debito Pubblico sul PIL, in questi ultimi anni é cresciuto per vari motivi. La riduzione della materia imponibile, derivante sia dal cattivo andamento dell’economia, sia dalla chiusura e “delocalizzazione” di molte attività economiche all’estero, alla ricerca di migliori opportunità produttive, di un minor costo del lavoro e di un minor carico fiscale.
A questo si aggiunge, anche il minor gettito fiscale, derivante dal penoso fenomeno dell’evasione fiscale, e dagli illeciti trasferimenti di capitali all’estero, sfuggendo così ad ogni forma di controllo e di tassazione dei relativi redditi parzialmente occultati. Da alcuni anni, si aggiunge sempre più, il diffuso fenomeno delle transazioni On line che, sfuggono anch’essi ad ogni forma di controllo e relativa tassazione. Se a tutto ciò, si aggiungono anche gli sprechi della Pubblica Amministrazione ed i privilegi della “Casta” e dei loro Segretari, il conto é presto fatto. Di quanto detto, i nostri governanti sono a conoscenza, ma fanno finta di niente, almeno per ora, in attesa del ” giudizio universale ” che, prima o poi arriverà per tutti noi esseri umani.
In passato i Comuni, chiamati anche Enti autarchici territoriali, offrivano alla comunità taluni servizi pubblici, come la manutenzione delle strade, l’illuminazione pubblica ed altri servizi. Altri servizi invece, erano prestati a domanda individuale, come ad esempio: gli asili nido, l’assistenza domiciliare agli anziani ed ai disabili, il trasporto scolastico, mense scolastiche, contributi per il riscaldamento per i meno abbienti e quant’altro.
Oggi invece, la sospensione/abrogazione dell’IMU sulla prima abitazione, ha messo in crisi molti Comuni d’Italia, poiché la ex ICI oggi IMU, rappresentava per gli stessi la maggior fonte di entrata fiscale, tanto da assicurare la prestazione di numerosi servizi alla collettività. Rimangono ai Comuni soltanto la Tarsu, la Tia ( tariffa igiene ambientale ), la Tosap, la Tassa di scopo ( che si paga per soggiornare nei pricipali comuni di provincia ), l’Imposta sulla pubblicità, l’Ica ( imposta comunale affissioni ), l’addizionale regionale Irpef ad esclusione – soltanto per adesso – dell’IMU che procurava il maggior gettito fiscale, per assicurare i servizi a domanda individuale. E’ proprio di questi giorni l’amara notizia di alcuni Comuni che, hanno già dichiarato bancarotta, mentre altri, si trovano sul “viale del tramonto”, i quali batteranno cassa entro l’anno. Ecco il perché l’On.le Piero Fassino, in qualità di Presidente dell’ANCI ha chiesto al Governo un incontro urgente, per cercare di dare una soluzione italiana con l’aiuto dell’Europa, al drammatico problema che stanno vivendo quasi tutti gli Amministratori locali, i quali vedono i propri Bilanci che si avvicinano velocemente verso la zona rossa. Speriamo che l’On.le Fassino in questo marasma politico, trovi ” il Governo ” !!!
I mancati incassi IMU, pesano pesantemente sul fabbisogno statale e sul fabbisogno di tutti i Comuni d’Italia, i quali sono in procinto di “saltare per aria” e di cadere, come le pere mature.
E’ ormai da oltre 10 anni, afferma Piero Fassino che, i Comuni non ricevono nulla dallo Stato, senza compensarli però di una adeguata autonomia impositiva, per far fronte alle quotidiane esigenze finanziarie. Alcuni Comuni, hanno perfino ricorso all’aumento delle aliquote IMU sulle seconde case e terreni, in aggiunta ad un aumento delle aliquote IRPEF e relative addizionali, soltanto per poter offrire gli stessi servizi di prima ai cittadini.
Per concludere, se i Comuni non potranno assicurare taluni servizi garantiti dalla Costituzione, come l’istruzione per l’infanzia quale servizio educativo universale, aumenteranno sempre più le diseguaglianze sociali tra gli esseri umani, con tutto ciò che é facile immaginare.
Alfio Selvaggio