La prima incursione aerea su Enna avvenne la sera del 10 luglio 1943, a meno di 24 ore dallo sbarco degli Alleati, avvenuto la notte precedente, alle ore 4,45. I bombardamenti seguirono, sempre nelle ore notturne, domenica 11 luglio, quindi lunedì 12 (due incursioni, ore 16 e ore 22 circa) e alle ore 9,30 circa di martedì 13 luglio, il più cruento. Queste e altre circostanziate notizie nei ricordi di Augusto Lucchese, allora 14enne – che visse quei tragici avvenimenti da adolescente – trascritti in un diario da lui gelosamente conservato. Sono trascorsi 70 anni dall’Armistizio di Cassibile (SR) (3 settembre ’43), anno in cui da noi iniziò il dopoguerra, fatto di stenti, di lutti, di miseria e di paure ma anche di speranze. Dopo l’8 settembre e dopo che il generale Badoglio lesse alla radio il proclama “La guerra è finita”, sembrò la fine di un incubo. Ma non fu così, le operazioni belliche continuarono in Continente, in particolare nel nord Italia, fino al giorno della liberazione (25 aprile 1945). Ad Enna, come altrove, quelli furono gli anni più tristi. Tempi migliori si avvertirono intorno al 1960, con la ripresa economica e con il “miracolo economico”, grazie anche agli aiuti americani. Nel saggio storico “Enna 1943 – ricordi di guerra”, il Lucchese descrive gli anni bellici, dal 1940 a tutto il 1943, vissuti nel cuore della città di Cerere, tra scuola e affetti famigliari, con gli occhi di un ragazzo che li fissò indelebili nella sua mente.
Egli così scrive: “I fatti, gli avvenimenti, i riferimenti storici che ho cercato di fondere in sequenza cronologica, rappresentano, in buona parte una sorta di ‘memoria’ del come la città di Enna ebbe a vivere, nel contesto del quadro bellico generale, gli anni della 2a Guerra Mondiale”. […] Alcune pagine si rifanno agli avvenimenti che precedettero e seguirono quel mattino del 13 luglio 1943, “quando un esecrabile e criminale bombardamento aereo americano sconvolse Enna, arrecando ingenti danni e provocando parecchie decine di vittime civili”. “Anch’io, assieme ai miei famigliari, corsi il rischio di rimanere sepolto dalle macerie dell’abitazione di via Sant’Agata, colpita da una bomba miracolosamente non esplosa. […] “Il ricordo di quelle ore terrificanti è rimasto fortemente radicato in me e continua a far rivivere, pur a distanza di tanto tempo, i fantasmi di un’angosciosa pagina di vita adolescenziale …”. Augusto Lucchese nasce a Enna il 18 luglio 1928, terzogenito di quattro figli, da genitori entrambi insegnanti elementari. A 18 anni, nel luglio del ’46, completa gli studi superiori con il diploma. Già a 16 anni è intensamente impegnato nel sociale. Crea l’Associazione Gioventù Italiana di Azione Cattolica “Giosuè Borsi” con sede nella chiesa di Santa Croce (demolita negli anni ’50) e fonda il quindicinale “Roccia Viva” alla cui gestione e redazione si dedica con entusiasmo. Del periodo pre bellico, questi i suoi ricordi: “Le prime avvisaglie dell’incombente guerra si manifestarono ad Enna quando ci si dovette abituare al razionamento alimentare, al mercato nero, ad una dura parsimonia, al difficoltoso reperimento di molti beni di prima necessità (abiti, calzature, ecc) oltre che alle drastiche misure in materia di ‘oscuramento’ e di pseudo protezione antiaerea”. […] “Non vennero mai meno, tuttavia, le adunate del sabato fascista, i saggi ginnici, le sfilate a ‘passo romano’, le partecipate ‘dimostrazioni patriottiche’ che si concludevano, immancabilmente, in piazza Coppola, antistante la Casa del Fascio, con il ‘saluto al Duce’. Non mancavano neppure le periodiche raccolte di materiali utili all’industria bellica (ferro, rame, alluminio, ecc.), prosaico seguito di quella più eclatante, che era stata la raccolta dell’ ‘Oro per la Patria’. A fronte dell’incalzante clima di guerra si dovettero accettare, inoltre, parecchie limitazioni e privazioni anche in campo sociale, ricreativo e culturale, settore peraltro gestito e controllato dall’apparato del Ministero della Cultura (Minculpop). Anche la Stagione Lirica al Castello di Lombardia, che già all’epoca aveva ottenuto meritati successi e che era diventata il fiore all’occhiello della Città, dovette essere sospesa”. Per effetto della presenza in Enna di un nutrito contingente di soldati italiani e tedeschi, di un deposito d’armamenti (la polveriera del quadrivio Misericordia) e per essere sede del Comando della VI Armata, la nostra città corse il rischio di subire la totale distruzione se non fosse stato per la fortunata circostanza che gli Alleati scoprirono in ritardo, dopo lo sbarco “che il Comando militare non si trovava a Caltanissetta, come da loro ritenuto, bensì ad Enna”. Da quel momento si ebbe una particolare “attenzione” da parte della flotta aerea americana tanto che sui nostri cieli i bombardamenti iniziarono sin dal giorno dello sbarco (10 luglio). Altra testimonianza del Lucchese è la particolareggiata descrizione di come si viveva nei rifugi: “…gli allarmi aerei presero a susseguirsi e, quindi, fu inevitabile cercare riparo nei ricoveri antiaerei, prima in quello dei Vigili del Fuoco sito in Via S. Agata, nei pressi di Piazza Scelfo, nel quale diverse famiglie erano autorizzate ad accedere, e successivamente nelle ‘gallerie ex militari’ ubicate in fondo alla via S. Agata, appena all’uscita del paese”. […] “I giorni e soprattutto le notti erano lunghissimi da passare; un po’ tutti eravamo parecchio provati dai disagi e dalla stanchezza e, oltre ad essere presi dall’ansia e dalla paura, ci toccò ‘soggiornare e pernottare’ in ambienti tetri e malsani”. “Si riusciva a provvedere, alla meno peggio, alle pur minime esigenze fisiologiche e d’igiene personale. Non era neppure facile ad approvvigionarsi del minimo indispensabile al sostentamento: ci si alimentava con ciò che si riusciva a trovare, spesso in maniera del tutto fortunosa. Il riposo nei rifugi era parecchio problematico, visto che si dormiva a turno, sdraiati su delle coperte stese sul terreno sconnesso e umido”. Augusto Lucchese (nella foto), a guerra ultimata consegue la laurea in Economia e Commercio all’Università di Catania. Appena 21enne è di ruolo presso il Provveditorato agli Studi di Enna. Vincitore di concorso, entra in banca (Cassa Centrale di Risparmio V.E), con prima sede Gela. Nel 1951 rientra ad Enna e nel marzo 1953 è prescelto, con concorso interno, a dirigere l’agenzia di Melilli (SR), dove ha inizio la sua brillante carriera dirigenziale. E’ giornalista pubblicista ed è un appassionato ricercatore nel campo umanistico, storico e artistico. Nel 1998 costituisce in Viagrande (Ct), dove risiede, l’Associazione Socio Culturale ETHOS della quale è tuttora presidente e animatore. Sul sito web www.ethosassociazione.it sono pubblicati gran parte dei suoi saggi, scritti a partire dal 1992.
Salvatore Presti