Piero Coco, quarantenne, titolare di un’agenzia immobiliare e neo consigliere di opposizione a Viagrande, e Mauro Licciardello, 61 anni, titolare di una officina meccanica, più volte consigliere comunale e assessore e oggi fresco vicesindaco di Franco Leonardi, durante la recente campagna elettorale fecero un’originale scommessa; originale, intanto perché sapeva di scaramanzia e poi perché a pagare sarebbe stato non chi avrebbe perso, ma chi avrebbe vinto.
Piero e Mauro sono amici da una vita: il primo cliente dell’officina del secondo mentre quest’ultimo, quando se ne presenta l’occasione, si fa assistere dall’amico agente immobiliare.
Inoltre, sono entrambi tifosissimi del Catania e, quando i rossazzurri giocano in casa, si recano allo stadio assieme e siedono l’uno accanto all’altro in tribuna A. Insomma, amici per la pelle.
Le competizioni elettorali per le amministrative, però, nei paesini piccoli come Viagrande (appena 8.331 abitanti) spesso creano spaccature anche in seno alle stesse famiglie, storie da guelfi e ghibellini che poi, a risultati ottenuti, portano ad atti deprecabili come la famosa marcia funebre eseguita dietro la porta dell’azienda della famiglia di uno dei candidati sindaci perdenti, oppure a gesti edificanti di pace e di distensione come quello che ha visti protagonisti Piero e Mauro, pur militando in liste avversarie. Il primo nella lista Sanfilippo (che ha ottenuto l’opposizione in Consiglio) e l’altro nella lista Leonardi, che ha vinto le elezioni. Oggetto della scommessa?
L’abbonamento, in tribuna A, per la prossima stagione calcistica del Catania.
Chi dei due lo deve pagare all’altro?
Udite, udite: non colui che ha perso le elezioni con il suo candidato sindaco (cioè Piero Coco), ma colui che le elezioni le ha vinte, cioè Mauro Licciardello. D’altronde ritornare, dopo tre tentativi falliti, sul carro dei vincitori e per giunta nel ruolo di vicesindaco, per Licciardello, vale sicuramente… la pena di regalare un abbonamento in tribuna A; Coco si accontenta lo stesso, visto che entra in Consiglio comunale all’opposizione, come secondo degli eletti. I due, durante il breve viaggio domenicale per recarsi al «Massimino», hanno adesso di che parlare: sicuramente di calcio, ma anche di politica, di delibere contestate, di mozioni e interpellanze. Giovannino Guareschi, da una storia simile, ci avrebbe tirato fuori un libro intero.
Paolo Licciardello
“La Sicilia” del 25 giugno 2013