Qualche nota:
Nell’immaginario collettivo il caleidoscopio del circo ruota soprattutto sul personaggio del clown, figura che da tempo Adriano Aiello – allievo del maestro David Larible (dal New York Times definito “il clown più bravo al mondo”) – riporta in vita sulla scena e, spesso, anche nel quotidiano, con la collaborazione dei suoi due fidi alter ego Bruno Morello e Salvo Giorgio. Questa volta – sempre sotto l’attenta guida di Larible e sempre secondo la loro collaudata formula di interazione fra azione drammatica e musica live – i tre allargano la visuale anche ad altre figure circensi (quali acrobati e domatori) prendendo a pretesto una strana dimensione onirica: in seguito ad un banale incidente in soffitta, infatti, il protagonista (Adriano Aiello) entra in un sogno dove rivive magiche atmosfere ed improbabili numeri da chapiteau. Nel vortice tra una gag e l’altra, il sognatore incontrerà un serioso direttore del circo, un aiutante, una soubrette e una donna-cannone, che coinvolgerà tutti (insieme al pubblico) in una serie di giochi e di lazzi che si snoderanno senza posa sino al suo risveglio; e a quel punto un esito – invero inatteso – chiuderà le danze con un passo doppio di scoperte e di emozioni che condurranno al finale. Dove la risata indosserà la magica veste del sentimento, come l’icona del clown vuole, promette e mantiene.
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Il mio è un omaggio a quel mondo che tanto mi ha affascinato fin da piccolo, a quel mondo che apre la fantasia dei più piccoli e risveglia quella dei grandi, a quel mondo che spinge l’uomo a superare se stesso e le sue paure, a quel mondo onirico che porta l’essere umano… in un altro mondo.
Il centro di questo omaggio è chiaramente la figura del clown perché un circo senza animali può esistere ma un circo senza clown non è un circo e non a caso la regia è affidata anche questa volta al clown dei clown, al più bravo del mondo: David Larible.
Adriano Aiello