Succede una volta l’anno, esattamente il 14 gennaio, vigilia della festa grande in onore del patrono S. Mauro Abate ed ogni cinque al rinnovo del consiglio comunale,succede ciò che nelle famiglie viagrandesi doc, datate, ci si comporti da Guelfi e Ghibellini. E che avvenga alla vigilia di S. Mauro durante l’Entrata dei partiti dei quartieri di Scalatelli (con gli scalattiddoti in campo) e della “Piazza” (con i chiazzoti in campo), la lotta resta limitata all’interno di una sfida goliardica che svanisce sin dall’indomani, ma in occasione delle competizioni elettorali le vicende assumono altri sapori, spesso dal gusto “amarognolo”. Succede, infatti, che componenti della medesima famiglia, nelle competizioni elettorali, si ritrovino con parenti “stretti” (leggasi fratelli, cognati, mariti e mogli) concorrenti in liste avversarie. Il che, volenti o nolenti, crea delle divisioni all’interno delle stesse famiglie le quali, pur tuttavia, riescono a mantenere un invidiabile equilibrio, pur in un’atmosfera da guelfi e ghibellini. Nel caso dei partiti di S. Mauro avviene che il marito “scalattiddotu”, per una sera, si divida, fisicamente dalla moglie “chiazzota”, e ognuno si piazzi con i rispettivi fans. In politica? Anche qui si raggiungono accordi per non turbare la pace familiare: la moglie, ad esempio, voterà per il proprio fratello candidato in una lista, ed il marito viceversa voterà per il proprio fratello candidato nella lista avversaria del fratello della moglie e cioè del cognato. Insomma… cognati contro cognati, ma “germani” uniti. In teoria: ma come scriveva il buon Guareschi, nel chiuso della cabina elettorale “Dio ti vede e… Stalin no.” e quindi nessuno saprà mai come andranno veramente le cose.
Paolo Licciardello