Enzo Sanfilippo. La necessità di un confronto pragmatico

Enzo SanfilippoCari Viagrandesi

non userò il sito Vivi Viagrande per dar vita ad un’arringa politica, così non risponderò in questa sede alle affermazioni del candidato Leonardi. Lo inviterei semplicemente a rileggere quanto ho scritto nella precedente lettera rivolta in via diretta ai miei cittadini al fine di sfatare miti di “alleanze” ed “inciuci”, ovviamente, montati dai miei competitors. Si è discusso tanto del fatto che abbia inglobato nella mia squadra amministratori uscenti con i quali, preciso, personalmente né politicamente ho mai avuto scrèzi o diatribe e ribadisco che accordi simili sono stati presi anche dal candidato Leonardi coi componenti del proprio gruppo.
Dunque né vittime né carnefici.

A tal proposito ricorderei all’interessato le divergenze politiche che noi due per primi abbiamo avuto senza per questo venir meno di stima e rispetto l’un per l’altro, tanto da aver vagliato, inizialmente, la possibilità di unire le nostre forze in un progetto comune. Ho altresì precisato che non si può parlare di rigenerazione della classe politica: da 20 anni componenti della lista Leonardi, alcuni “top secret”, tentano di insediarsi al comune con esito fallimentare.

Ho agito con la massima onestà e trasparenza e prova ne è che i componenti della mia lista sono tutti esposti all’attenzione dei cittadini e che nessuno potrà esimersi dal sottoporsi al benestare del popolo, nessuno potrà governare se non espressamente eletto; ritengo sia doveroso dare alla cittadinanza la possibilità di scegliere chi la rappresenterà. Con la medesima trasparenza mi sono rivolto ai lettori illustrando ogni particolare della vicenda. Ho, inoltre, rivolto l’attenzione alla questione dei tagli ai costi della politica spezzando una lancia a favore di tutti i candidati: volevo informare i cittadini sul fatto che non è di certo per guadagnare che ci si candida a governare. Dunque, trovo la risposta del candidato non pertinente: “vivere per la politica” dovrebbe essere l’essenza più nobile nell’amministrazione della cosa pubblica. Aristotele fu il primo a definire la politica come l’amministrazione della “polis” per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano.

Dunque cerchiamo di lasciare da parte la competizione distruttiva e cominciamo un confronto pragmatico argomentando non su pareri personali, talvolta carichi di disprezzo, ma su quel che abbiamo intenzione di fare per il paese e per i nostri concittadini.

Cordiali saluti a tutti i lettori.

Enzo Sanfilippo

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