Al Comunale di Trecastagni terzo appuntamento del cartellone curato dal Teatro Stabile di Catania e dal Comune pedemontano
Peccati immaginari Da giovedì a giovedì, capolavoro di Aldo De Benedetti
Nel cast
Guia Jelo
con Valeria Contadino, Valerio Santi, Francesco Russo, Liliana Lo Furno, Gianni Rossi
Produzione del Teatro L’Istrione per la regia di Paolo Merlini
TRECASTAGNI – Amori presunti e fantasiosi sospetti di una coppia in crisi, raccontati dalla proverbiale ironia di Aldo De Benedetti, maestro della commedia brillante e del cinema dei “telefoni bianchi”. La pièce in due atti “Da giovedì a giovedì” approda nel week end al Teatro Comunale di Trecastagni, che ospita la produzione del Teatro L’Istrione, realizzata da una compagnia etnea giovane e “indipendente” .
L’appuntamento è per sabato 23 e domenica 24 marzo 2013, rispettivamente alle 21 e alle 18. Il titolo s’inserisce nel cartellone promosso dal Teatro Stabile di Catania e dal Comune pedemontano, una sinergia che mira a incrementare nell’hinterland il movimento dei flussi teatrali, confermandosi polo di attrazione per i centri limitrofi.
Composta nel 1958 e rappresentata l’anno seguente, “Da giovedì a giovedì” è attraversata da una verve fresca e irresistibile. Il regista Paolo Merlini dirige un cast di assoluto rilievo, nel quale spiccano i nomi di Guia Jelo, autentica beniamina del pubblico, Valeria Contadino, Valerio Santi, Francesco Russo, Liliana Lo Furno, Gianni Rossi. A Valerio Santi e Gianni Rossi si devono anche le scene. I costumi sono di Rosy Bellomia, le luci di Segolène Le Contellec; le musiche a cura del cantautore ennese Mario Incudine.
Ambientato negli anni Sessanta, lo spettacolo restituisce con leggerezza l’atmosfera petit-bourgeois dei “finti sentimenti” di un matrimonio solido solo in apparenza. L’avvocato Paolo Guarnieri, uomo dedito al lavoro e avaro di attenzioni, si scuote dal suo torpore emozionale solo quando sospetta un tradimento da parte della moglie Adriana, ragazza romantica e ingenua che sospira all’idea di un amore travolgente. «Lui è lì che aspetta il segnale: una lampada accesa vicino la finestra. Il piccolo gesto di prendere una lampada e di metterla lì, davanti alla finestra, può rappresentare l’amore… la felicità».
È tutto un gioco di equivoci, una fantasia mal interpretata che dà vita a una serie di circostanze dai toni umoristici, in cui tutti i personaggi sono funzionali all’azione scenica: dalla madre di Adriana, Letizia, donna eccentrica e amante del gioco d’azzardo, all’investigatore privato assunto da Paolo per pedinare la moglie nell’arco di una settimana, “da giovedì a giovedì” per l’appunto.
Il soggetto ripropone i motivi narrativi classici della commedia novecentesca – dal sospetto del tradimento al fraintendimento che sfocia in litigio – in cui, come afferma Merlini nelle note di regia, «la leggerezza è d’obbligo». Eppure, prosegue il regista, «insieme all’ironia non mancano spunti di riflessione sui tanti temi che troviamo tra le righe: dal perbenismo al vuoto che si nasconde dietro vite apparentemente perfette».