L’ “Aedo dell’Etna” che con la sua arte riesce ad “esportare” in tutto il mondo usi, costumi e tradizioni della terra di Sicilia. Alfio Patti, scrittore e giornalista, ormai da anni impegnato nell’attività di riscoperta e diffusione della cultura isolana, proporrà lo spettacolo “Ascuta ca cuntu e senti cchi dicu” domenica alle ore 19 sul palcoscenico del teatro Leonardo Sciascia di Aci Bonaccorsi. L’evento, organizzato dal Teatro degli Specchi, presieduto da Marco Tringali, avrà come filo conduttore il tema della “giustizia”, parola che in Sicilia assume connotati particolari, rappresentando spesso un miraggio, una chimera, un’utopia. “Cuntare e cantare sono due discipline artistiche distinte e separate ma se messe insieme riescono a creare una sorta di magia capace di rendere il “reale” immaginario e indurci a immaginare una possibile realtà, – spiega Alfio Patti – e in Sicilia troppe volte è la rassegnazione ad avere il sopravvento come forma per sopravvivere alla durezza del suolo, alla durezza della vita stessa”. Possono la parola, la poesia e il canto incidere sulle coscienze delle persone? Può la poesia cambiare le cose? “I poeti ci sperano, esiliati come sono nell’isola di “Poésia” e sanno che i Governi hanno paura di loro, – risponde Patti – i poeti sanno di non possedere né bombe né cannoni; sanno, di certo, di possedere l’unica arma del nostro tempo: la parola”.