CATANIA – Una piccola goccia in mezzo al mare. Ma una goccia che darà respiro a cinquantotto famiglie. Oggi è stato siglato l’accordo sindacale per l’acquisizione da parte della Pamara srl, facente parte di Conad, di cinque punti vendita Aligrup. Si tratta dei supermercati di Randazzo (via Musco), Mascali (via Sicula), Pachino (via Moro) e i punti vendita di Catania siti in via Verona e via Lessona. Paolo Magrì della Cisal commenta così l’accordo: “Abbiamo firmato con l’amaro in bocca. E’ vero che cinquantotto famiglie potranno prendere una boccata di ossigeno ma ci sono ancora troppi lavoratori rimasti fuori”. Circa mille e quattrocento, dati alla mano. Per quanto riguarda i termini dell’accordo, i sindacalisti hanno concesso numerose deroghe all’articolo 2112 cc. che richiamano quelle seguite nelle cessioni al gruppo Arena. Nello specifico: l’assorbimento delle settantadue ore di permessi annuali e l’aumento delle domeniche lavorative (da sedici a venti in un anno, eccezion fatta per dicembre). Ma anche una maggiore flessibilità e la perdita dei superminimi, cioè dei bonus economici che si ottenevano svolgendo mansioni diverse da quella abituale. Un’altra deroga (diversa dall’accordo con Arena) riguarda l’anzianità di servizio che viene ridotta al 40%. Una clausola, però, indica la possibilità di riassorbimento qualora entro il terzo anno non si raggiungano i livelli di fatturato del 2011. In compenso l’accordo ha consentito di confermare tutti e cinquantotto posti di lavoro.
A questo punto si aspetta la mossa di Re Leone che dovrebbe, secondo alcune indiscrezioni, acquisire altri cinque punti vendita: Acireale, Viagrande, S.Giovanni La Punta e Valverde. In realtà si attendeva già oggi la firma dell’accordo. Ad ogni modo il dramma dei lavoratori prosegue. La cassa integrazione non è stata ancora sbloccata, tre mesi di stipendio arretrati di cui non c’è traccia. Davanti ad una situazione simile non stupisce il malessere degli ex dipendenti di Aligrup e Global Service che venerdì si sono riuniti in assemblea convocata dalla Cisal terziario. Tanti i dubbi e le preoccupazioni espresse dai lavoratori che hanno preso la parola. Sono soprattutto il personale jolly, gli amministrativi, gli addetti alla logistica e quelli dei punti vendita fuori dalle trattative a temere il peggio. A fronte di una situazione ormai insostenibile l’assemblea ha deciso di proclamare lo stato di agitazione e di organizzare un presidio davanti al consiglio regionale a Palermo.
I malumori sono in larga parte dettati dalle promesse non mantenute (da parte della Regione) e “dalle risposte non pervenute” come ha detto il sindacalista Paolo Magrì. Verranno inoltre stilate una serie di missive, una per ogni lavoratore, con lo scopo di ottenere importanti risposte a quesiti finora elusi da chi di dovere. Nello specifico: una per le retribuzioni arretrate , una al Ministero dello Sviluppo Economico (che comunque si sta muovendo in sinergia con la Cisal nella costruzione di un tavolo tecnico), un’ altra “per richiedere il pagamento delle retribuzione ai lavoratori che sono stati richiamati in servizio in quanto gli stessi sono di fatto esclusi dalla cassa integrazione”. Infine, ogni lavoratore dovrebbe scrivere una ”lettera in cui si chiede di conoscere le motivazioni per cui 6 lavoratori dell’ufficio affiliati sono rimasti fuori mentre altri 10 sono stati collocati presso altra azienda (Ergon) e secondo quali criteri sono state fatte le scelte”. E mentre le voci di corridoio sulle possibili trattative si susseguono, sui dipendenti Aligrup incombe la spada di Damocle del fallimento. Mancano, infatti, una quindicina di giorni al pronunciamento del Tribunale di Catania per il concordato sui debiti.