Aligrup, si tratta a oltranza. Stop a chiusura 10 punti vendita

CATANIA – Il tentativo di una estrema resistenza, una strategia disperata con la quale si cerca di dare ancora ossigeno al malato agonizzante, per provocare quello stimolo vitale, quella reazione che consenta di salvare quel che si può ancora salvare. Così ha scatenato varie interpretazioni la lettera che ieri il liquidatore di Aligrup, il dott. Agatino Rizzo, ha inviato al personale in liquidazione, con oggetto “proroga chiusura punti vendita”.

Si sa che dieci giorni fa era stata calendarizzata la chiusura definitiva di tutti i punti che erano ancora aperti, per arrivare giorno 27, cioè domani, ad abbassare le saracinesche anche di Ginestre e Zagare. Ieri il contrordine, ufficialmente, scrive il liquidatore, “per il protrarsi delle complesse procedure di chiusura”, che avrebbero costretto a rinviare a domenica 3 febbraio la chiusura di Viagrande, Mascali, San Giovanni La Punta (via Fisichelli), Randazzo, Bronte, Ginestre e Tremestieri e Zagare a San Giovanni La Punta.

Può essere che sia così, cioè che chiudere i punti sia più complicato di quel che si immaginava. Può essere. Ma ci sono almeno altre due spiegazioni che circolano da ieri e che hanno un fondamento. La prima è che, purtroppo va detto, nonostante l’annuncio della chiusura e, dunque, di una vendita straordinaria, nei magazzini rimasti aperti c’è ancora, dicono i responsabili, parecchia merce. Altra è stata trasportata dai punti che, inesorabilmente, sono stati chiusi e per questo ancora i punti aperti non hanno smaltito le scorte.

Così sarebbe maturata l’idea e la necessità, per non buttare di fatto la merce (tra l’altro soluzione improponibile anche in considerazione del fatto che c’è sempre una quota Aligrup sotto controllo giudiziario e, dunque, ogni centesimo perduto o guadagnato appartiene anche a questo soggetto), di allungare i tempi di chiusura.

Il trasferimento delle merci che avanzano ad alcuni punti, in particolare alle Zagare, non è passato inosservato tra i lavoratori, soprattutto tra quelli che, nel frattempo, si sono visti chiudere i punti vendita. Ed ha anche acceso nuovi malumori e sospetti. E qui, appunto, c’è l’altra spiegazione: alcuni dei punti per cui è stata rinviata la chiusura sono quelli per cui ci sono trattative avviate da tempo con Conad e Re Leone.

Sia l’azienda che i sindacati, come avevamo scritto, preferirebbero chiudere gli accordi con i punti ancora aperti, per ovvi motivi di natura, come dire, psicologico commerciale. Comprensibile questa posizione, tanto quanto la rabbia dei lavoratori che, invece, si sono visti chiudere le saracinesche e le speranze sotto gli occhi. Per di più senza avere molte speranze per il futuro e ancora con il dubbio di quando sarà attivata la procedura per la loro cassa integrazione. Dunque rinvio delle chiusure, anche per chiudere al meglio le trattative che sarebbero a buon punto.

E si tratta della possibile cessione di altri dieci punti, che andrebbero a sommarsi ai cinque già rilevati prima di Natale dal gruppo Arena. Lunedì, nella sede di via Crociferi della Cgil, tutte le sigle sindacali incontreranno per l’ennesima volta i rappresentanti di Conad e Re Leone. Senza sbilanciarsi, anche perché è giusto ed è corretto muoversi con molta prudenza e senza spargere illusioni, si sa che c’è un moderato ottimismo: stavolta si potrebbe arrivare alla firma dell’accordo, alle condizioni con cui sono stati ceduti i punti ad Arena. Operazione importante, perché Conad rileverebbe Randazzo (11 lavoratori), Mascali (12), Catania, via Lessona (13), Catania, via Verona (10) e Pachino (12). Mentre Re Leone acquisterebbe Acireale, via Carducci (17), Viagrande (9), S. Giovanni La Punta, via Fisichelli (21), Valverde (9) e San Gregorio (6). In tutto, quindi, 120 lavoratori.

Ma non è tutto, perché, come si vede, da questo elenco mancano i due mega centri, Ginestre e Zagare. Se sono vere le indiscrezioni che circolano, Conad avrebbe più volte mostrato un interessamento per le Ginestre, ma non si può prescindere in questa fase delicatissima, e anche cruciale perché oltre c’è solo la chiusura definitiva di Aligrup, la trattativa molto underground che ci sarebbe anche con le Coop. Il colosso della Gdo, dopo avere incontrato i vertici della Regione Sicilia a Palermo avrebbe fatto sapere di essere di nuovo interessata a rilevare parte del ramo d’azienda Aligrup. Si spera anche in questo, anche se l’unica certezza è il vertice di lunedì che potrebbe garantire un futuro ad altri 120 lavoratori.

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