“Il Drago” inaugura il ricco cartellone del Teatro Comunale di Trecastagni

Da gennaio a maggio sette spettacoli di alta qualità con grandi interpreti.
Pippo Pattavina protagonista del titolo di apertura per la regia di Ezio Donato.

TRECASTAGNI – Cresce l’attesa per l’inaugurazione della stagione 2013 del Teatro Comunale di Trecastagni, la sesta realizzata in sinergia dal Teatro Stabile di Catania e dall’Amministrazione del Comune. Da gennaio a maggio sette spettacoli di alta qualità con una parata di grandi interpreti.
Titolo d’apertura è “Il drago”, produzione di grande formato dello Stabile etneo, in scena al Comunale sabato 5 gennaio alle 21 e domenica 6 gennaio alle ore 18. Un autentico inno alla libertà, intonato dal drammaturgo russo Evgenij Schwarz con la levità e l’umorismo tipici della commedia brillante. Riduzione, adattamento e regia sono di Ezio Donato, scene e costumi di Dora Argento, le musiche di Joe Schittino, coreografie di Donatella Capraro, luci di Franco Buzzanca
Il Drago - Pippo PattavinaNel ruolo del titolo un protagonista del calibro di Pippo Pattavina, affiancato da un folto cast che annovera Giorgia Boscarino, Lucia Fossi, Alessandro Idonea, Marzia Longo, Alberto Mica, Plinio Milazzo, Viviana Militello, Nicola Notaro, Ramona Polizzi, Lucia Portale, Francesco Russo, Clio Scira Saccà, Sergio Seminara, Maria Rita Sgarlato, Giorgia Sunseri.
Il Drago” venne concepito quale chiaro atto di accusa contro il nazismo che era riuscito a sottomettere l’Europa, senza che i cittadini fossero stati in grado di ribellarsi. A guerra conclusa, la censura sovietica ne proibì la rappresentazione a Mosca, temendo potesse alludere anche alla dittatura stalinista. La morale è chiarissima: quando una collettività, per ignavia o per paura, delega il governo ad un unico potere, le forze del male finiscono col vincere sul bene e nessuno potrà più chiedere giustizia.
Il capolavoro di Schwarz descrive in questo senso una parabola esemplare. In una città immaginaria, che sulla scena sarà ambientata dentro un quadro di Marc Chagall, da più di quattrocento anni impera un drago. Ha imposto un tributo alla città: una specie di racket, un “pizzo”, una tangente, non diversamente da come opera la mafia e, in generale, la criminalità organizzata. In cambio della protezione da ogni forma di delinquenza e dall’arrivo di altri possibili “draghi”, i cittadini pagano annualmente al tiranno un ingente quantità di beni materiali. Non basta: il drago sceglie inoltre, ogni anno, una ragazza che i cittadini gli consegnano per poi non rivederla mai più. Anche il Sindaco è al servizio dell’oppressore.
Un bel giorno arriva Lancillotto, nemico giurato di tutti i draghi del mondo. Vuole liberare la città. Portare la democrazia in un paese dove regna l’oppressione del tiranno, che in nome della pace sociale tiene in soggezione il popolo e lo sfrutta. Ma nessuno vuole essere liberato. Persino la figlia del segretario comunale, destinata quell’anno ad essere sacrificata al drago, è rassegnata a morire per il bene del paese. Lancillotto se ne innamora ricambiato. E ancor più motivato, sfida il drago e lo uccide. La città sembra essere liberata. Se nonché il Sindaco, ripresi ora tutti i suoi poteri, tiene in soggezione i cittadini come faceva il drago, ma in forma più sottile e subdola. Lancillotto allora capisce che la libertà deve essere conquistata consapevolmente, che la vera lotta deve nascere da una volontà collettiva di liberarsi dal male, deve essere combattuta con le proprie forze, attraverso un lungo ma più efficace processo di riscatto, determinato dall’educazione e dalla cultura.
Una battuta del testo sintetizza il significato profondo della storia: “Pensa che sia facile amare gli uomini?“. Sono parole che ci stimolano a comprendere che il “drago” è intorno a ciascuno di noi; forse vive nella casa accanto… o addirittura, se guardiamo con più attenzione, il male è dentro noi stessi. Riconoscerlo, combatterlo, come fa il prode Lancillotto nel suo ostinato amore per l’umanità, induce ad un umanesimo che diventa ai nostri giorni una prospettiva sempre più necessaria.

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