Ieri, alle 17, nella calda atmosfera di Villa Raddusa- Càrcaci si è tenuta la presentazione del libro giallo ”La pietra al collo” di Carlo Barbieri.
La veste grafica del libro è gialla, rievocando le copertine dei ”gialli” degli anni ’70, e il testo è scritto in stile ”puro giallo italiano”, con qualche ammiccamento alla lingua italiana di Sicilia, che ama intercalare frasi o espressioni della nostra lingua a quella italiana, rendendo il racconto più vivido ed apprezzabile.
La storia si svolge a Palermo, nel caldo torrido del mese di agosto, nella città spopolata e quando, in genere, anche i criminali vanno in ferie… almeno così pensava il Commissario Mancuso, che, invece, si trova alle prese con un assassino seriale.
”Ma come si permette questo qui di ammazzare cristiani l’11 di agosto”???!!!!…
Ecco che l’atmosfera cupa di un giallo, con colpi di scena ed una serie di morti ammazzati, si stempera nella comicità e nell’ironia di un autore che coglie magistralmente il senso tragi-comico della vita.
La giornalista Silvia Ventimiglia, moderatrice della serata, ha interrogato l’autore sul motivo per cui negli anni sessanta/settanta nei gialli si metteva sempre qualche scena di sesso per rendere più attraente il libro ed ora, invece, anche nel suo libro, si parla di ricette e di cibo.
L’autore, lapidariamente ironico, ha risposto: è un problema d’età e subito dopo ha ulteriormente divertito i convenuti, leggendo un breve scritto inedito (* n.d.r. – leggi sotto), che ha coinvolto anche la moglie, gentilmente presente e partecipante.
Molte sono state le domande degli intervenuti, sia sulle similitudini o differenze fra il Commissario Mancuso e il Commissario Montalbano, di paese quest’ultimo e scapolo per scelta, di città metropolitana il primo e scapolo, obtorto collo, in attesa della donna giusta.
Sono stati letti brani scelti del libro con la sottolineatura musicale dei Revolution, che hanno eseguito arrangiamenti appositi di musiche di Sting, dei Muse e dei Nirvana, con la consueta bravura e disponibilità.
A coronamento della serata, la scelta dell’autore di devolvere la sua quota/libro alle famiglie bisognose di Viagrande, che sono sostenute dalla comunità parrocchiale di S. Biagio a Viscalori.
La cultura può essere anche un modo per non lasciare indietro nessuno.
Grazie a Carlo, Silvia, e a tutti i partecipanti.
E’ stato davvero bello stare insieme.
Tiziana Iannotta
* N.d.R. – A fine serata l’autore Carlo Barbieri, avvicinato dalla nostra redazione, ha espresso il desiderio di regalare a Vivi Viagrande ed a tutti i viagrandesi il breve racconto inedito scritto esclusivamente per la serata in questione.
Di conseguenza ci è sembrato più che giusto condividerlo con tutti Voi che non avete avuto modo di partecipare alla splendida serata conviviale trascorsa insieme all’autore.
LA PRESENTAZIONE A VIAGRANDE
di Carlo Barbieri
La moglie dello scrittore aveva smesso da tempo di accompagnare il marito alle presentazioni dei suoi libri perché, secondo lei, lui diceva sempre le stesse cose, e un poco aveva pure ragione. Fu così che quando lui le fece la domanda di rito “allora ci vieni il 7 dicembre a Catania” e lei disse subito “Sì” ci rimase sorpreso.
-Come mai vieni?
-Così.
Quando lei rispondeva “così” con quel tono era come se la conversazione finisse direttamente nel reparto surgelati del frigorifero. Faceva all’istante i ghiaccioli e finiva lì.
Durante il viaggio lei parlò poco e non disse neanche una volta “chissà che fa nostro figlio”, due inequivocabili segnali che qualcosa non andava. L’umore cambiò però improvvisamente davanti al primo cartello che segnalava Viagrande.
-Viagrande!- esclamo lei illuminandosi in un sorriso. Si girò verso di lui tutta felice: -Allora la presentazione è a Viagrande, non a Catania?
-Sì, Viagrande – rispose lo scrittore con uno sguardo preoccupato. –Viagrande di Catania. Perché?
-Niente niente- fece lei con un sorrisino. -Viagrande. Chissà che fa nostro figlio?
La serata era stata bella, il pubblico caloroso, la conduttrice e la padrona di casa eccezionali e il barometro della moglie dello scrittore segnava ormai sereno stabile. Rientrati in albergo, lui non si tenne più: -Ma che avevi stamattina?
-Io, niente, perché?
-Come “niente perché”. Non mi accompagni mai e stavolta sei venuta senza farti pregare. Mi hai tenuto il muso per tutto il viaggio e poi improvvisamente sei diventata allegra appena siamo arrivati a Viagrande. Ma che significa?
-Significa… significa che mi ero sbagliata.
-Sbagliata di che?
-Sul tuo conto. Mi ero sbagliata sul tuo conto. Ti avevo sospettato.
-Sospettato di che?
-Che questa cosa di Catania era tutta una scusa, che c’era di mezzo un’altra. Però se mi sono sbagliata è stato per colpa tua.
-Mia? Ma…
-E certo. Tua. Della tua mania di pigliare appunti che non ci si capisce niente.
-Spiegati per favore che mi sai facendo diventare pazzo.
Lei prese un bigliettino e glielo porse. –Lo riconosci?
-Ah ecco dov’era finito. E allora?
-E allora che c’è scritto?
-E che ci dev’essere scritto? È l’appunto che mi sono preso per ricordarmi della presentazione di oggi.
-E invece sembrava tutta un’altra cosa. Ma dico io, uno che ha una presentazione a Viagrande ti pare normale che scriva “7 dicembre appuntam. Viagra.”?
Carlo Barbieri
Ascolta un estratto dal primo libro di Carlo Barbieri, “Pilipintò. Racconti da bagno per Siciliani e non“, dove per la prima volta compare, in una breve bozza, il Commissario Francesco Mancuso, una nuova figura di commissario siciliano, che nel secondo libro, “La pietra al collo“, diventa il personaggio principale.