I primi sintomi sono comparsi sulla tangenziale di Catania a inizio settembre. Un manifesto 6 metri per 3, il volto di Nello Musumeci, candidato presidente della Regione Sicilia del Pdl, Pid e la Destra, è uno slogan su due righe: «Governare, con onestà». Un’excusatio non petita che ha subito fatto pensare all’impressionante numero di indagati e imputati in lizza per un seggio da deputato regionale.
ESSERE UNA PERSONA PERBENE.Sarà forse per questo che Pippo Russo, candidato di Italia dei Valori, ci ha tenuto a specificare sui suoi manifesti che è «una persona perbene». Come dire che il prossimo passo sarà scrivere «incensurato» suoi volantini elettorali.
La campagna elettorale più folle del mondo però era appena iniziata. In Sicilia, si sa, può succedere tutto e il contrario di tutto. In campagna elettorale però si va oltre.
SPUNTA L’ACCUSATO D’OMICIDIO COLPOSO. Mario Briguglio, per esempio, sui suoi manifesti per la corsa a Palazzo d’Orleans con il Grande Sud ha fatto scrivere: «Prima la sicurezza del tuo territorio». Priorità comprensibile se solo Briguglio, che è sindaco del piccolo comune peloritano di Scaletta, non fosse accusato di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni gravi colpose nell’inchiesta sull’alluvione che tre anni fa causò la morte di 37 persone nei dintorni Gianpilieri.
IL CANDIDATO CON LA DOPPIA PERSONALITÀ. Uno slogan standard è invece quello scelto da Antonio Paladino. «Sosteniamo lo sviluppo e il lavoro». Solo che di Paladino esistono due manifesti, quasi identici, con due partiti e due candidati-presidenti diversi. Nel primo era candidato con Grande Sud e sosteneva la candidatura di Gianfranco Miccichè. A poche ore dalla chiusura delle liste, però, Paladino è passato all’Udc, che sostiene la candidatura a governatore di Rosario Crocetta. Avendo poco tempo per mandare in stampa i nuovi manifesti, l’aspirante deputato si è quindi limitato a cambiare soltanto il simbolo, utilizzando la medesima foto, lo stesso slogan, e aggiungendo il titolo di “dottore” davanti al nome.
La doppia candidatura annullata dalla Corte d’Appello
CANDIDATO PURE UN BULLDOG FRANCESE. E in mezzo a slogan sparati e manifesti doppi, c’è anche chi ha deciso d’infiltrarsi con il solo scopo di farsi una risata. È il caso di un gruppo di buontemponi di Favara (Agrigento) che ha candidato all’Ars Stefano, un bulldog francese. Una provocazione curata nei minimi dettagli, dato che per il cucciolo sono stati stampati i manifesti elettorali con tanto di slogan («Meglio un cane politico che un politico cane»), e lista («Il partito della rabbia»).
PER IL BENE, ESCLUSIVO, DELLA FAMIGLIA. Geniale anche la provocazione lanciata a Palermo nei giorni scorsi, che vede un sedicente Mangiafranco, candidarsi «per il bene mio e della mia famiglia», con il Movimento 5 chili che sostiene un improbabile «Barabba presidente».
Tre i punti del programma del falso candidato: «Villa a mia moglie, suv a mio figlio, cabina a Mondello a mia suocera».
LE ARANCE STANNO SUGLI ALBERI. Avranno pensato a uno scherzo anche i sostenitori di Tiziana Iannotta, ennese, imprenditrice agricola e candidata a Palazzo d’Orleans con Grande Sud. E, forse proprio per il suo lavoro vicino alla terra, ha deciso di scegliere come slogan una frase dal sapore agroalimentare. «Riattacchiamo le arance agli alberi!», invitano i suoi manifesti.
Un’occasione troppo ghiotta per qualche burlone che ne ha messo in giro una versione ritoccata. Particolare che non è sfuggito a Iannotta, che infatti dalla sua pagina Facebook ha deciso di informare: «Qualche buontempone sta facendo girare in Rete un mio manifesto elettorale falso in cui si menzionano delle galline. Io non ho mai parlato di animali nel mio messaggio pertanto farò quanto possibile per tutelare la mia immagine».