A voler fare un paragone azzardato, l’avvocato Salvo Grillo, catanese, percorre a modo suo la via tracciata dal più famoso Beppe; sebbene il suo raggio d’azione sia legato ai confini siciliani, Salvo Grillo è fustigatore di quei politici che in barba al loro passato fatto di guai giudiziari – che non prevedono per forza la condanna definitiva al terzo grado – si ripropongono all’elettorato come se nulla fosse. L’avvocato Grillo procede così: fotografa il cartellone con il viso del candidato ed il suo slogan, poi fa una ricerca sulle “passate gesta” dell’uomo politico, infine trascrive tutto su un profilo face-book che si chiama Pecore Sicule. Lo stesso Grillo descrive questa attività di ricerca come “un progetto a tempo, un tentativo di raccontare la vita politica dei candidati alla Regione. Una sorta di wikipedia”. Dai comunicati di Pecore Sicule escono particolari tragicomici, e se non fosse che si tratta di elezioni vere, ci sarebbe da pensare ad un ritorno di Albanese con il personaggio di Cetto La Qualunque. Vediamo qualche esempio; Mario Briguglio (Grande Sud) era sindaco di Scaletta Zanclea, il Comune messinese, assieme a quello di Giampilieri, devastato dall’alluvione che fece decine di vittime: il 2 maggio scorso la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di 18 persone, fra cui lo stesso Briguglio, per disastro colposo e omicidio colposo plurimo: sul manifesto elettorale di Briguglio campeggia la scritta: “La sicurezza del territorio”. Pecore Sicule numero 14 è stato dedicato a Santino Catalano: Grillo riporta che il candidato, il 30 aprile 2001 è stato condannato ad un anno e undici mesi con la condizionale, pena patteggiata su sua richiesta davanti alla Corte d’appello di Messina: l’accusa, abusivismo edilizio e abuso d’ufficio in concorso. In primo grado l’onorevole Catalano aveva rimediato tre anni e sei mesi e l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Ebbene, a queste imminenti elezioni Catalano si presenta con la lista “Cantiere popolare”. Sempre di edilizia si parla, dunque. Aggiunge Grillo: “Sono parecchi i siciliani indignati nel vedere che certi personaggi, nonostante i loro trascorsi, ambiscono ad un posto nel Parlamento regionale. Le visite alla pagina sono state 220.340”. Pure Claudio Fava, candidato sostenuto da Sel, Idv, Verdi e Fds, è finito su Pecore Sicule dopo essere stato escluso dalla corsa alla presidenza: il suo manifesto elettorale riporta in evidenza un “bocciato”. Una menzione la merita pure, nelle Pecore Sicule numero 17, l’onorevole Giuseppe Gianni (anche lui con Cantiere Popolare), conosciuto come Pippo: secondo la ricerca dell’avvocato Grillo, nel 2000 la Corte di Cassazione ha confermato una condanna a 3 anni per concussione. Alcuni sostenitori di Gianni però hanno spedito un certificato di carichi pendenti nel quale si evidenzia che Gianni non è imputato in alcun procedimento: e Grillo ha “aggiornato” la pagina pubblicando la documentazione. Nel curriculum di Pippo Gianni anche qualcosa che non ha avuto a che fare con le aule di tribunale ma che può essere indicativo sull’indole dell’uomo politico: lo scontro verbale con l’onorevole Stefania Prestigiacomo durante un dibattito, in parlamento, sulle quote rosa; Gianni se ne uscì lapidario: “Le donne non ci devono scassare la minchia”. Nel suo manifesto elettorale si presenta con il motto: “Lunga esperienza, giovani idee”. Al confronto Cetto La Qualunque è un dilettante.
di Valerio Cattano, IFQ