Al signor Sindaco di Viagrande
E’ con enorme disagio che le indirizzo la presente come formale atto di scuse profondamente sentite e lungamente meditate. Non vi era alcuna volontà di mettere in dubbio la sua onestà e dirittura morale (come privato e come pubblico amministratore), delle quali non ho mai avuto modo di dubitare, nè ho mai dubitato.
Sindaco come la maggior parte di noi sa, chiedere scusa è una cosa molto complessa, molti considerano il saper farsi perdonare come un arte. La regola più importante, quella universale, è di non sentirsi mai perdenti quando si chiede scusa. Chiedere scusa non è sinonimo di debolezza ma di controllo e di forza, vuol dire tornare subito dalla parte della ragione, spiazzando chi si trova davanti così costretto ad ascoltare. Ammettere i propri errori è anche un gesto liberatorio: aiuta a portare all’esterno le emozioni senza reprimerle e a viverle più intensamente. Un gesto liberatorio e democratico credo che sia anche quello di esprimere le proprie opinioni come faccio io su Facebook, magari esagerando un po’ ma sempre, credo, nella norma per la legge!!
Con tutto ciò vorrei anche dirle che, anche se lei è convinta di no, io ho una testa per ragionare e una mano per scrivere, quindi la pregherei di non pensare che quello che scrivo sia frutto di qualche altra mente a me “vicina” o che la mano che scrive sia di altre persone.
Quindi le chiedo scusa ma comunque rimango della mia idea, che da un anno e mezzo a questa parte in questo comune ci sia qualcosa che non va. Un comune in stallo che grava sull’amministrazione e sul paese tutto. Sono convinto che fin quando ci saranno dei dirigenti che lavorano poco, né noi come opposizione, né voi come maggioranza potremo mai andare avanti.
Cordiali saluti. Il consigliere Lo Cascio Francesco