È alla sua prima edizione il Premio “Gente dell’Etna“, promosso dall’Archeoclub e dall’Associazione “Nozze d’oro“, ed ospitato alla scuola Pizzigoni.
La giuria, presieduta da Sarah Zappulla Muscarà e composta da Rossella Jannello, Giusy Liuzzo, Carmela Mandraffino Carbonaro, Enzo Zappulla, Giuseppe Leonardi e Pino Correnti, ha assegnato il premio a Ignazio La Spina, medico-chirurgo e scrittore, che “ha dato prova di commossa e profonda aderenza ai valori e ai problemi fisici e morali della nostra collettività, con particolare riferimento alla storia del Novecento“, così recita la motivazione. Già autore di “Un Medico, un Tempo, una Storia” e di “Echi del Novecento” (volumi corredali da preziosi documenti d’epoca), a lui si deve anche il romanzo “Il Merlo della Buganvillea” (A&B Editrice). A dare il saluto introduttivo è stata Giusy Liuzzo (presidente Archeoclub) che si è fra l’altro soffermata sullo spessore culturale e umano del premiato. A lui si deve anche un casa-Museo, che potrà forse costituire il primo nucleo del futuro “Museo della Gente dell’Etna” a Viagrande.
“Un amore impossibile, trasgressivo e insieme sacrale, ispirato ad una storia vera, che si consuma fra due giovani in un paesino dell’Etna” spiega la giornalista Rossella Jannello. La testimonianza di un mondo perduto, consegnato alla scrittura, di cui la Spina è “sensibile custode”. Non sono mancati cenni sulla capacità affabulatoria dell’ autore “in grado di avvalersi sapientemente di tecniche cinematografiche originalmente introdotte nel suo impianto narrativo. Ancora una volta un libro della memoria, scrigno di ideali e di valori espressi da un intellettuale appartenente ad una razza in via d’estinzione“.