Cari lettori di Vivi Viagrande,
è con immenso piacere che mi accingo per la prima volta a scrivere e a farmi conoscere. Durante le ultime vacanze natalizie, ho avuto modo di leggere una lettera riguardante il paese di Viagrande. Al di là della non perfetta ortografia, è stato il contenuto così tanto accorato e pieno di puro sentimento verso il nostro amato paese che mi ha portato, sia pur malinconicamente a delle riflessioni riguardanti il fatto di avere qualcosa di prezioso e magari non rendersene conto, sia per pigrizia di pensiero o semplicemente perchè abituati a tale bellezza che raramente ci si sofferma a rifletterci sopra.
Per motivi lavorativi sono stato costretto a trasferirmi in Veneto, regione per altro stupenda e con me è emigrata anche la mia famiglia cioè moglie e due bambini piccoli. Non rimpiango niente di quanto fatto ma certo, il pensiero alla Sicilia è naturale.
La mancanza ai miei occhi e al mio spirito dell’incommensurabile bellezza dell’Etna, mi lascia un vuoto muto e accecante che per certi versi somiglia al grido disperato di chi ormai ha la consapevolezza di aver perduto i suoi affetti più cari.
Il legame con Viagrande è dettato dal fatto che ci ho vissuto. Il fatto che ci vivono e ci lavorano i parenti più importanti della mia vita. Il fatto di averci seppellito parenti e amici.
Tutto questo se permettete, come fece Napoleone proclamandosi imperatore, mi porta a proclamarmi cittadino onorario di Viagrande.
Le strade lastricate con basolato lavico, le architetture barocche degli edifici più rappresentativi nonchè la cordialità dei concittadini, rende chiunque si trovi a passare, più ricco perchè ammaliato da così tanta bellezza e cordialità.
Chi vive a Viagrande, è abituato a così tanta inconscia opulenza che se ne può ricordare solo in mancanza di essa, ad esempio quando è costretto ad andarsene.
Vorrei che almeno una volta al giorno, si ringraziasse la sorte per aver permesso la crescita nostra e dei nostri figli in quel lembo di terra baciata da San Mauro e così ricca di sole e cultura.
Ho scritto a Vivi Viagrande per gridare Viva Viagrande.
Alfredo Zito
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