E così anche il 2011 volge finalmente al termine. Ancora poche ore e ci lasceremo alle spalle uno dei periodi più incerti della nostra vita, durante il quale abbiamo imparato a guardare in faccia i nuovi mostri dell’economia mondiale che rispondono al nome di “spread“, “btp e bund“, “recessione“, come se non ci bastassero già i vecchi spettri quali la “disoccupazione“, la “mancanza di crescita” e tante altre parolone che ci siamo sentiti ripetere giornalmente e senza pietà dai nostri Tg.
Molti di noi si saranno chiesti cosa significassero questi termini e quanto potessero realmente influire sul nostro futuro, visto che da noi al Sud, e soprattutto nella nostra piccola cittadina pedemontana, non si è percepita fino in fondo questa crisi così strana, ma più preoccupante del solito. La mancanza di grandi industrie, come al contrario è avvenuto al Nord, ci ha relegati a conoscere questi disagi più che altro dagli schermi del televisore, dai quali apprendevamo ogni giorno le catastrofi che si abbattevano su tutti i settori industriali, nessuno escluso.
La Sicilia, da questo punto di vista, ha avuto il suo picco con la chiusura degli stabilimenti Fiat di Termini Imerese, ma questa è storia vecchia alla quale siamo già stati abituati da tempo.
Ma allora questa crisi è esistita veramente o è stato tutto un bluff? Purtroppo la risposta è sì, anche se molti di noi non hanno ancora avuto modo di tastarla con mano, mentre tanti altri nostri amici o immediati parenti si son visti ritornare a casa i propri figli che avevano trovato una garanzia lavorativa al Nord, quasi del tutto indistruttibile. Chi doveva mai dirlo che “Pino”, metalmeccanico saldatore, pilastro siciliano nel Veneto più che stimato per le sue indiscusse capacità, il quale si permetteva il lusso di mandare a quel paese il suo datore di lavoro solo perchè gli offriva qualche euro in meno di un altro, dovesse ritornarsene a casa perchè nessuna fabbrica aveva lavoro da potergli affidare.
Beh… questo fa veramente riflettere e se consideriamo che di operai come “Pino” ne sono tornati a casa tantissimi, penso sia giunto il momento di rifare il conteggio della disoccupazione in Sicilia per renderci conto che qualcosa di grave è realmente successo.
Dove invece la crisi ha avuto il suo immediato appiglio e si è potuta notare in maniera un po’ più lampante è stato proprio nei servizi che i vari comuni d’Italia avrebbero dovuto corrispondere ai propri cittadini. Difficile quindi il compito di chi si è trovato a dover amministrare un comune dove l’unica certezza sulla quale si era tutti d’accordo era il fatto che “soldi non ce n’è”.
Per non parlare di quei comuni, come quello di Viagrande, che si sono ritrovati a dover soccombere a dei debiti importanti, che non stiamo qui a giudicare sul come si siano creati.
Noi, da questo lato, siamo sempre stati pronti a dare il nostro parere più giusto di quello degli altri, a controbattere, ad accusare magari in maniera subliminale, ma credetemi, non mi sarei mai voluto trovare al loro posto, anche perchè, molti di loro, se non tutti, sono persone degne di stima al di là delle loro correnti politiche e dei loro pensieri.
Ognuno di loro si è speso più o meno come meglio ha potuto, creando quelli che sono i presupposti per una futura rielezione o per un “ben servito” degno del lavoro espresso durante questi anni della loro modesta amministrazione. E statene certi… siamo ben lontani da lussuosi fasti “arcoriani” dove le perdite non si sarebbero notate!
In tutto questo barcamenarsi fra leggi e bilanci, come sempre, la parte da leone l’han fatta quelle associazioni che si sono spese esclusivamente per il proprio paese, senza poter chiedere niente in cambio alle amministrazioni. Associazioni culturali e di volontariato che han dato il massimo delle loro capacità, regalando al paese quanto non sarebbe stato possibile senza l’impegno abnegante di alcuni di loro.
Molte di queste sono nate coraggiosamente proprio in questo periodo e qualcuno ha voluto maliziosamente sostenere che nascevano con l’unico scopo di prepararsi alle prossime elezioni.
Potrei anche essere parzialmente d’accordo su queste affermazioni, ma fin da bambino mi è stato insegnato che “u nenti è nenti” (il niente è niente), quindi che ben vengano, anche se con mire diverse dal puro scopo associativo, purchè siano disposte ad offrire il proprio supporto al territorio in maniera legale.
Poco mi importa se il presidente di questa o di quella associazione voglia in futuro amministrare la cosa pubblica, in quanto sono convinto che chi inizia il suo lavoro prima di poterne godere i frutti economici come ricompensa è sicuramente più plausibile di chi si affida ogni cinque anni ai soliti giochi di potere dettati da anni di strapotere delle famose caste che poco sono interessate allo sviluppo culturale e sociale del proprio paese. Del resto, chi pensa che ci si possa fare abbindolare da queste stupide considerazioni, offende in maniera inequivocabile l’elettorato che sa benissimo come comportarsi (per la serie “ca nisciun’ è fesso“).
A loro tutti va, in ogni caso, il mio più sentito ringraziamento.
Nel frattempo, caso quantomai insolito di questi tempi, qualche soldino al comune è arrivato tramite qualche finanziamento e con la nascita della seconda farmacia comunale.
Quello che posso augurare quindi all’attuale amministrazione è la possibilità di mettere a frutto i propri progetti iniziali, anche se parzialmente, il che non dovrà servire come dimostrazione di quanto si è fatto durante la prossima campagna elettorale, ma come esempio di “regolare” ridistribuzione sul territorio di quanto spetta ad ogni singolo cittadino che attende da anni che tutto ciò di cui si parla possa essere finalmente realizzabile.
A voi tutti non posso che augurare, contro ogni profezia Maya, che questo 2012 passi veloce come una locomotiva, proiettandoci verso un 2013 più confortevole e consono alle nostre abitudini.
Buon Anno.
Mario Macrì
3 comments for “Vivi Viagrande augura a tutti voi un meraviglioso 2012”