Due anni e mezzo di lavoro pronti a giungere a conclusione. Il Piano strategico dell’area etnea è alle battute finali ed entro la fine dell’anno, approderà alla Regione Siciliana.
Uno degli ultimi incontri ieri mattina, al palazzo delle Arti della città, per fare il punto della situazione, per stilare l’accordo finale.
Ben 28 gli Enti che hanno lavorato per determinare uno sviluppo organico del territorio da applicare su un’area che copre 26 Comuni. Una sorta di libro mastro al quale poter fare riferimento quando si parla di volano economico, turistico, architettonico, ambientale e culturale. Per Paternò, si guarda a diversi interventi da poter mettere concretamente in atto: dalla collina storica, all’area delle Salinelle e la via dei mulini (entrambe oggi in uno stato di totale abbandono), per arrivare all’area del fiume Simeto.
Ed ecco i Comuni che fanno parte del progetto. Si parte proprio da Paternò (Comune capofila) per passare a Belpasso, Biancavilla, Bronte, Calatabiano, Camporotondo Etneo, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Maletto, Maniace, Milo, Motta Sant’Anastasia, Nicolosi, Pedara, Piedimonte Etneo, Ragalna, Randazzo, Riposto, Sant’Alfio, Santa Maria di Licodia, Santa Venerina, Trecastagni, Viagrande, Zafferana; a loro fianco anche il Parco dell’Etna e la Provincia Regionale di Catania. A fare gli onori di casa, ieri mattina, è stato l’assessore all’Urbanistica, Daniele Venora, che evidenzia l’importanza del progetto per divenire polo d’attrazione di investimenti pubblici e privati. La materia prima c’è, l’idea progettuale, ora occorre puntare alla ricerca delle fonti di investimento.
Somme che potrebbero essere più vicine di quanto si pensi visto che il Piano segue a grandi linee quanto tracciato con i progetti di Pisu e Pist, già arrivati a traguardo e in attesa, in queste settimane, di conoscere il responso finale, di sapere quali opere sono state inserite in graduatoria per ricevere gli stanziamenti europei.