«Serve una cultura della legalità»

Le strategie da mettere in atto per riuscire a diffondere appieno la cultura della legalità, tra cui la proposta della nascita di un giornale del Consorzio e la creazione di uno spazio informativo on line, sono state le principali tematiche affrontate nel primo incontro fuori le mura della Prefettura di Catania da parte del «Consorzio per la legalità», che ha iniziato da Belpasso il ciclo di incontri itineranti nella provincia etnea.
Nella stanza del sindaco di Belpasso, Alfio Papale, si sono incontrati i rappresentanti di alcuni dei 19 Comuni dell’hinterland catanese (Aci Castello, Aci Catena, Calatabiano, Camporotondo Etneo, Castel di Iudica, Mascalucia, Motta S. Anastasia, S. Giovanni la Punta, Viagrande) che fanno parte del consorzio che ha come obiettivo principale la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
«Il Consorzio – ha spiegato Papale – sotto il controllo della Prefettura ha assegnato alcuni beni sottratti alla criminalità organizzata a dei soggetti che non hanno scopo di lucro e che si prefiggono di promulgare l’idea della legalità.
Tutta quest’attività deve essere veicolata anche attraverso le scuole per raggiungere tutto il territorio». Secondo quanto emerso nel corso della riunione, anche il luogo degli incontri, che man mano toccherà i centri etnei del Consorzio, rappresenterebbe una manovra utile per accorciare le distanze tra l’ente e cittadini nell’ottica della trasparenza, perché, oltre alle parole e alle intenzioni, alla gente arrivino i fatti. Particolare rilievo, nel corso dell’incontro, oltre ad alcuni aspetti tecnico-procedurali per la fruizione in sicurezza dei beni assegnati ai diversi centri, è stata posta alla necessità di comunicare tramite un apposito giornale. «Distribuiremo un giornalino cartaceo e una pagina web su Internet – ha puntualizzato il vicesindaco di Mascalucia, Lorenzo Zappalà – questa riunione serve proprio a fissare per iscritto questi primi punti». Secondo il vicesindaco di Aci Catena, Francesco Salvatore Petralia, «è finalmente provato un coinvolgimento attivo dei vari Comuni interessati. Il consorzio ha reso trasparenti le procedure sia di catalogazione e la successiva fase di ristrutturazione e assegnazione dei beni, rivolte soprattutto al recupero sociale».

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